Zaniolo ha messo la firma nel momento opportuno. Il trequartista della Roma è sempre più protagonista, ma il rinnovo è ancora in stand-by.
Nicolò Zaniolo c’è. Quando serve. Nel momento in cui bisogna far parlare i fatti e non i pregiudizi. C’era a Tirana – suo il gol che ha portato la Conference League alla Roma – e c’è stato all’Olimpico. In una serata come tante che, però, ha avuto l’ardire di scrivere un altro pezzo di storia romanista. La squadra giallorossa ha bisogno di certezze e gliele garantisce lui: il talento di Massa colpevole, spesso e a detta di molti, di eccessivo opportunismo.
Solo la fame e la voglia sono capaci, però, di creare opportunità. Nel terzo gol della Roma – quello della sicurezza – c’è tutto questo. In particolare c’è tanto Zaniolo: un uomo che ha rischiato di rimetterci il ginocchio due volte per il suo modo di giocare. Come un tuono, ma stavolta non è un film. È tutto vero: parte e non si ferma più. Sbaglia spesso, non la passa quasi mai, ma quando è nella serata giusta mette il sigillo dove serve. I trequartisti così fanno la differenza. I giallorossi cominciano a capirlo. Non abbastanza per parlare – ancora – di rinnovo.
L’altra verità, oltre a quella incontrovertibile di essersi caricato l’attacco sulle spalle, è che Zaniolo lo vorrebbero tutti. Il condizionale vige soltanto perchè, fino ad ora, la Roma ha innalzato un muro. La Juventus, così come il Milan, si era fatta avanti prepotentemente per cercare di portare il calciatore alla Continassa. Il centrocampista offensivo, attualmente, percepisce tre milioni a stagione. Le suggestioni giallorosse hanno una deadline che è il 2024. Prima di quella data occorre trovare un accordo.
Il ragazzo si sta guardando intorno, anche se vuole solo la Roma, giusto per far capire che non resta fermo. Non vuole situazioni di stallo, per questo durante la sosta per il Mondiale dovrebbe essere previsto un primo incontro con la società per parlare del domani. I fatti dicono che è più vicino di quanto si creda. La Roma se lo tiene stretto, per quanto tempo deve deciderlo lei, Nicolò la sua scelta l’ha già fatta. Il tango, però, si balla in due: alla Roma l’inchino finale. Che è molto diverso dal casquet.
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