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Bologna, che scontro con i tifosi: “Sembrava una Royal Rumble…”

Thiago Motta, crollo a San Siro: perché il suo Bologna conserva il solito difetto

Il clamoroso aneddoto di Lewis Ferguson, centrocampista del Bologna che ha raccontato dell’acceso scontro con i tifosi.

Il Bologna è finalmente tornato a fare bene dopo l’arrivo di Thiago Motta in panchina. In questa prima parte di stagione, però, il club felsineo ha avuto molti momenti difficili, culminati con l’inizio a rilento in campionato e il conseguente esonero di Sinisa Mihajlovic.

Thiago Motta, crollo a San Siro: perché il suo Bologna conserva il solito difetto
Thiago Motta, allenatore del Bologna (ANSA)

Situazione che, anche con l’avvento di Thiago Motta, specie nelle settimane iniziali, ha surriscaldato parecchio gli animi, con tanto di forte contestazione del pubblico rossoblù ai propri giocatori.

Proprio di questo ha parlato liberamente Lewis Ferguson, giocatore scozzese che si sta sempre più rivelando una delle sorprese della nostra Serie A. Il centrocampista del Bologna è stato intervistato nel podcast Open Goal. Ha infatti raccontato di un clamoroso confronto tra la squadra e la tifoseria avvenuto circa un mesetto fa.

L’acceso confronto tra i tifosi del Bologna e i giocatori

Il centrocampista del Bologna Lewis Ferguson (ANSA)

Era il 17 settembre scorso quando Thiago Motta faceva il suo esordio sulla panchina del Bologna. Dopo le prime 5 partite di campionato senza vittorie, la dirigenza rossoblù aveva optato per esonerare Sinisa Mihajlovic. L’arrivo del nuovo allenatore, però, non aveva dato fin da subito gli effetti sperati: 3 sconfitte e un pareggio nelle primissime uscite. Situazione che ha pian piano ulteriormente surriscaldato gli animi della frangia più calda della tifoseria felsinea, che ha quindi richiesto un confronto con la squadra presso il centro di allenamento di Casteldebole.

Proprio uno dei nuovi arrivati, Lewis Ferguson è rimasto scioccato dalla situazione a cui ha dovuto far fronte, raccontando nei dettaglio quanto accaduto. Sono uscito dalla porta principale del campo d’allenamento, c’era un gruppone di ultras e dei miei compagni, in piedi, un po’ distanti. Nessuna security. Questa gente faceva davvero paura: ragnatele tatuate sul volto, erano pieni di tatuaggi pazzi che li rendevano spaventosi. Non capivo cosa ci stessero urlando in italiano, ma erano davvero arrabbiati. Ho pensato che fosse tutto esagerato, la situazione era tesa e fuori controllo, poteva scatenarsi una specie di Royal Rumble di Wrestling“.

Situazione che è divenuta sempre più accesa, con un giocatore rossoblù che, se non fosse stato trattenuto, avrebbe anche fatto scattare la rissa. “A un certo punto uno di loro ha iniziato a dire qualcosa tipo che non lavoravamo abbastanza, qualche giocatore ha risposto e stava per scattare una rissa. A quel punto Gary Medel ha scelto il più grosso tra gli ultras e voleva vedersela con lui, uno contro uno. Hanno dovuto trattenerlo gli altri! Mai vissuto nulla del genere, ma i miei compagni mi hanno detto ‘Benvenuto in Italia’“.

 

 

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