Stadio della Roma, ancora problemi. Il progetto rischia di saltare nuovamente: i Friedkin pronti a cambiare ulteriormente. Cos’è successo.
Stadio della Roma, la storia infinita. È cominciato tutto con Sensi, la figlia Rosella aveva progettato ogni cosa, la struttura avrebbe dovuto portare il nome del padre. Il primo progetto incompiuto dei giallorossi è questo. Nel 2012, al passaggio di mano, ci ha provato Di Benedetto. Poi Pallotta e ora Friedkin. Il progetto degli americani si fermò per vicissitudini legali e controversie politiche che videro – nonostante tutto – i giallorossi parte lesa. I texani agirono diversamente.
All’arrivo a Roma provarono a fare qualche sondaggio per continuare l’idea iniziale proposta da Pallotta, in seguito emerse che Tor Di Valle non era più utilizzabile come porzione da edificare. Si cambia ancora, stavolta Pietralata sembra essere quella giusta: c’è persino l’ok del Sindaco Gualtieri durante la cerimonia di presentazione della Conference League vinta dai giallorossi. Tutto sembra essere in discesa, ma gli ostacoli non sono finiti. Hanno soltanto preso una strada diversa.
Nella fattispecie quella che porta a un bunker antiatomico della Seconda Guerra Mondiale: la situazione è tanto paradossale quanto veritiera. Ad accorgersene il comitato popolare Monti di Pietralata che da anni cura i tre ettari di zona verde. “Lo abbiamo ritrovato per caso – dichiarano i rappresentanti dell’organizzazione – c’è ancora tanto da scavare. Ci saranno almeno due metri e mezzo di terra di riporto”. Una consapevolezza che allarma gli estimatori. Si può costruire? La domanda che tutti si pongono, ma prima occorre capire come gestire questo ritrovamento. Le istituzioni e la società giallorossa non si schierano: aspettano di capire cosa succede e come agire.
Il progetto dei Friedkin, comunque, è ancora in piedi. In mente la bonifica dei terreni, la costruzione di strutture ricettive, aree verdi e posti di lavoro. Questo e anche di più porterebbe lo stadio della Roma alla Capitale e ai cittadini. Offerta che sale anche dal punto di vista lavorativo e, data la domanda crescente, sociale. Una commistione di possibilità che potrebbero fermarsi davanti all’ennesimo appuntamento con la storia. I giallorossi tengono duro, ma l’attesa logora. La piazza teme il dejavù, anche se stavolta il principale ostacolo è strutturale. Persino la politica si arrende di fronte al passato che ritorna.
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