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Lutto nel calcio, che tragedia per il portiere: le cause della morte

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Matteo Sfolcini

Il calcio è in lutto per la tragica scomparsa di un portiere: le cause della morte fanno rabbrividire i tifosi e alzano le polemiche.

Purtroppo a volte apprendiamo storie davvero tristi che spereremmo di non sentire mai. Come quella che ha coinvolto un giovane portiere, tragicamente scomparso all’età di 27 anni tra l’incredulità e rabbia generale. Le cause della sua morte infatti alzano molti interrogativi e scatenato le polemiche su come nel 2023 sia potuto succedere un episodio di questo tipo.

Lutto nel calcio, morte tragica per il portiere

Un dramma che vede protagonista la città di Milano, dove l’uomo ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un cittadino straniero che, come tanti altri coetanei, è fuggito dal suo paese d’origine per costruirsi un futuro migliore in Italia. Purtroppo non è riuscito a realizzare i suoi sogni, spentosi definitivamente lo scorso 25 novembre.

Dramma per il portiere: il decesso lascia tutti sconvolti

Ci sono vicende che dovrebbero farci imparare a riflettere per rendere migliore il nostro paese. Come quella del povero Issaka Coulibaly, morto tra l’indifferenza generale quasi come se fosse un fantasma. Invece era un ragazzo di 27 anni, originario del Togo, con un grande cuore e con la passione per il calcio.

Portiere trovato senza vita: il racconto del dramma

Non a caso Issaka ha giocato come portiere nel St. Ambroeus, la prima società in Italia ad iscrivere a campionati FIGC una squadra composta da rifugiati e richiedenti asilo. E’ proprio il club milanese, oggi iscritti al campionato di Seconda Categoria, ha dare la terribile notizia attraverso i propri canali social lasciando un ultimo ricordo del loro amico e compagno.

Un messaggio forte, accompagnato da una sua foto e indirizzato all’attuale classe politica, considerata colpevole di questa disgrazia. L’uomo infatti, come si legge, è morto “naturalmente” a causa del freddo a seguito di una gelida notte trascorsa all’aperto. Una fine crudele per un uomo costretto a vivere per strada a cui non sono mai stati concessi documenti o un semplice letto dove dormire.

Davanti alla sua morte restano tante domande senza risposta e la paura che, se le cose non cambieranno in fretta, un giorno molto vicino la stesso epilogo possa succedere a qualcun altro. Un’assurdità e un’ingiustizia nel 2023 dove i migranti dovrebbero essere aiutati a inserirsi nella società attraverso un permesso di soggiorno per avere il diritto di trovare un lavoro e riscattare un passato difficile.

Matteo Sfolcini

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