Berruto a TVPlay: “Paola Egonu? Occorre ascoltarla. Basta sentire certe dichiarazioni fatte in queste ore”

L’allenatore di Pallavolo Mauro Berruto è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay

Continua a far parlare l’intervento sul palco di Sanremo di Paola Egonu, asso della nazionale femminile di pallavolo intervenuta nella rassegna nelle vesti di co-conduttrice. Ne abbiamo parlato con Mauro Berruto. Queste le sue parole:

SULL’INTERVENTO A SANREMO DI PAOLA EGONU – “La domanda è complessa. Dimostra delle prese di posizione che vanno affrontate con serietà in alcune sue esternazioni. Oggi in maniera agghiacciante perdonami di dirlo, ma siamo franchi, dico quello che penso, leggere del senatore Calderoli che si era riferito ad un’ex ministra della repubblica, e mi riferisco a Cecile Kyenge, definendola un orango dire che vorrebbe chiedere a Paola Egonu perché l’Italia è un paese razzista. Mi sembra un cortocircuito intellettuale che ci dimostra che qualcosa c’è ancora da fare. Ci sono stati dei titoli di quotidiani che ricordavano che “noi” diamo la maglia azzurra a Paola Egonu e lei risponde in questa maniera accusando di esserci razzisti. In quel “noi” è contenuto tanto di che cosa significhi avere a che fare con questo tema. Vorrei che il punto di partenza della discussione fosse che Paola Egonu è italiana, nata a Cittadella in provincia di Padova, è veneta, è nata e cresciuta nella scuola. Conosce il nostro paese come unico suo paese di riferimento, il suo modello culturale è quello italiano. Bisogna iniziare a distinguere. L’intervento della Egonu ha fatto parlare. Paola Egonu è una ragazza italiana. La seconda riflessione è che lei mi sembra sia stata costretta in rincorsa a specificare quanto è grata e felice di aver vestito la maglia azzurra come se dovesse sempre giustificare. Sogno un paese dove una ragazza, sicuramente nei primi tre talenti della pallavolo mondiale, non debba essere costretta a rimarcare. Mi piacerebbe un paese dove fosse normale. Questi interventi servono. Sanremo va al di là dell’aspetto musicale, è una importante piattaforma”

SULLA SOCIETA’ MULTICULTURALE – “Grazie al cielo la generazione dei nostri figli questo problema l’ha risolto. E oggi basta mettere piede in una scuola elementare – media per capire che questa società multiculturale è già il futuro. Il tema di avere un compagno di classe italiano con origini cinesi, nordafricane è normale. Noi dobbiamo avere capacità di ascolto e non di giudizio. Noi caucasici, con il colore della nostra pelle non possiamo giudicare cosa succede nella vita di questi ragazzi. La Egonu? A me è dispiaciuto vederla sempre in rincorsa. Ha fatto anche una battuta in veneto per dimostrare. Riguarda probabilmente noi over 40, i nostri ragazzi credo che questo problema lo abbiano già risolto”

SULLO SFOGO DELLA EGONU DOPO IL MONDIALE – “Io ho salutato quel mondo diversi anni fa. Conosco Mazzanti, un bravissimo allenatore che spero possa aprire un ciclo con questa nazionale. Problemi con la Egonu e all’interno del gruppo? Eventuali frizioni di quel tipo non mi sorprenderebbero, tutti gli spogliatoio hanno le loro questioni interne, che dovrebbero rimanere tali. E’ chiaro che se io ti raccontassi un decimo delle cose dette a fine partita ci sarebbe da fare un’antologia. Anche quella testimonianza li a caldissimo secondo me va circoscritta rispetto un po’ alla situazione. Non è un caso che la buona regola degli allenatori dice che non si parla mai con gli atleti appena finita la partita, si finisce e si fa decantare l’aspetto emozionale. Non mi stupisce una situazione che andava forse resettata in quel momento, non mi stupisce neanche che lei possa avere messo insieme un insieme di fattori che l’hanno portata ad usare quel momento li per tirar fuori un disagio. Paola Egonu è bellissima, famosissima, che ha la possibilità di andare a Sanremo. Grazie allo sport ha risolto tanti problemi, anche a livello economico. Quando parla occorre ascoltarla. Anche perché sono tantissimi ragazzi che invece non hanno quella possibilità. Credo sia dovere degli sportivi di esporsi sui dei messaggi che riguardano non solo sé ma centinaia di migliaia di ragazzi che quel problema lo vivono ma non hanno possibilità di parlarne”

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