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Ligabue, una vita (mancata) da mediano: quel provino fallito con il Parma

Ligabue Luciano

Luciano Ligabue ha cantato le gesta del mediano, ma in mezzo al campo poteva finirci veramente: curioso retroscena con i gialloblù.

Una vita da mediano, a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni. Lavorare sui polmoni. Come un mantra lo canta il Liga. Luciano per gli amici, Ligabue per i fan, unico (forse) per la storia della musica e quel modo di raccontare le cose. Una volontà ferrea di andare oltre la solita capacità strumentale. Emozionando, vivendo, tradendo ogni aspettativa con quei sogni di Rock ‘n’ roll tra cui – neanche a farlo a posta – c’è il calcio.

Ligabue Luciano
Luciano Ligabue (ANSA)

Luciano Ligabue è interista fino al midollo: ha provato a trasmettere la passione anche a suo figlio, ma quest’ultimo – durante Inter-Bayern del 2010 – si è addormentato prima della fine del primo tempo. Ed era una finale. Di Champions League. Non ha ripreso dal padre che mediano, a parte cantarlo, poteva esserci davvero. Se solo suo padre ci avesse creduto un po’ di più. Forse è andata meglio così: il corso degli eventi dà ragione a Liga senior, ma nessuno poteva sapere come sarebbe andata a finire se il noto cantante al posto di imbracciare la chitarra avesse allacciato gli scarpini. San Siro, l’erba al posto del palco: tra porte e realtà.

Luciano Ligabue, un futuro da calciatore: l’opportunità sfumata a Parma

Non sembra possibile. Eppure tanto – troppo ormai – tempo fa poteva esserlo. Ligabue giocava a calcio da ragazzo, ha continuato dopo a livello amatoriale, con gli amici, ma quando picchiava duro con i tacchetti sui campi di periferia aveva catturato l’interesse del Parma. Una cosa seria: un provino da fare per togliersi lo sfizio. La curiosità. Capire se era un azzardo, oppure no. Quella che per molti è l’occasione della vita per lui è stata la casualità: il giorno dei giorni era un sabato pomeriggio. Bussarono a casa, a Correggio, c’era il papà. Si recò alla porta e vide gli emissari dei gialloblu. Parma, il grande salto, la giovane promessa.

Luciano Ligabue
Il cantautore poteva essere un giocatore di Serie A (ANSA)

“Ci fu una specie di momento – racconta Ligabue – in cui mi volevano Parma e Cagliari. Chiesero a mio padre e lui di risposta volle sapere in cosa consisteva tutto questo e gli dissero che mi avrebbero portato in collegio a Parma. Se avessi passato il provino. Lui disse no e io fui contento perchè in fin dei conti – conclude il cantautore emiliano-romagnolo – non mi sentivo davvero un calciatore”. Ora il calcio lo guarda e si diverte a immaginare come sarebbe stato. Magari gettando le basi per una nuova canzone. Alla fine non gonfia la rete, ma riempie il cuore. Poco male. Se ogni rimpianto avesse questo risvolto, non avrebbe bisogno di guardarsi indietro. Anche per questo Liga continua a cantare, sperando che il meglio – sul serio – debba ancora venire.

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