Geolier ha conquistato l’America e torna a Napoli da protagonista. Al punto che anche i partenopei lo omaggiano con un tributo storico.
23 anni e il mondo in mano. Questo basterebbe per descrivere la parabola storica di Emanuele Palumbo. Un cantautore classe 2000 che ha il coraggio di portare l’Hip Hop ai vertici delle classifiche in Italia quando vogliono farlo tutti e, non contento, dopo esserci riuscito arriva a conquistare anche gli Stati Uniti. Il ragazzo riceve attestati di stima da chi quella cultura l’ha inventata. Dalle radici a stelle e strisce fino alle luci di Napoli. La Campania come specchio del nuovo mondo.
Palumbo ha fatto questo, con quel suo slang che sembra americano, ma è “troppo” napoletano. Rime costanti, potenti che non hanno confini, lo rendono amato e apprezzato da tutti. Un napoletano vincente che, talvolta, può dare anche fastidio. L’ha ricordato lui stesso a Le Iene in un monologo da brivido. Le stesse sensazioni che ha garantito quando è tornato nella sua città per un concerto che omaggia i pezzi migliori di quello che continua a essere un album rivelazione: “Il coraggio dei bambini”, che arriva dopo “Emanuele”.
Geolier, Napoli omaggia la sua (nuova) icona
Entrambi pezzi di un puzzle che si sta formando attraverso l’importanza della doppia acca. Quella di portare un messaggio per insegnare: molto diverso da una morale, assai vicino a un monito. Nessuno è perso se ha la vicinanza della comunità: l’arte unisce, aggrega, arricchisce. Alla faccia di chi pensa il contrario. Geolier ha fatto grande Napoli portandola, con la musica, sul tetto del mondo. Per questo il Napoli – sua squadra del cuore – lo omaggia nell’unica maniera che conosce: regalandogli la maglia azzurra.
Non una maglia qualsiasi, la numero dieci: quella che fu di Maradona, autografata da tutti. Come un simbolico passaggio di consegne: ora è Geolier il re di Napoli. Maradona ha fatto grande una città con il pallone, Palumbo invece ci è riuscito con le barre. Molto diverse dalle (s)barre. Quelle che vorrebbe mettere una comunità ancora chiusa non in grado di capire appieno la musica che sta nascendo. Geolier è una boccata d’ossigeno per i giovani – suoi coetanei – ma anche per chi ha qualche capello bianco in più e si era dimenticato quanto fosse bello sognare ancora. Il Napoli – alla sua maniera – ha ricordato a tutti che Geolier non va ancora svegliato. Anzi, la sveglia l’ha data lui: a una cultura che conoscono tutti, ma pochi davvero interpretano.