Manchester City e Real Madrid si affrontano in un doppio scontro che per molti è la finale anticipata della Champions: da dove passa la qualificazione?
Se l’attenzione dell’intera Italia è focalizzata sulla serata di mercoledì e sull’Euroderby fra Milan e Inter, il mondo guarda in modo molto più interessato (così trapela dalle dichiarazioni) lo scontro che mette invece una contro l’altra Real Madrid e Manchester City.
Da una parte il club campione di tutto, i Blancos, che da quando è tornato Ancelotti hanno vinto almeno una volta tutte le competizioni a cui hanno preso parte. Inoltre sono anche campioni in carica della competizione.
Dalla parte opposta i Citizens di Guardiola: intanto le parole di Yaya Toure, secondo le quali sarebbe stata tolta la maledizione per cui Pep non avrebbe mai più vinto la Coppa fanno ben sperare. Poi una squadra più matura, conscia del peso specifico dell’incontro e della posta in palio.
Sensazione di Dejavu, ma con Haaland
Un revival del 2022 in sostanza: perché lo scorso anno in semifinale le due compagini diedero vita ad una battaglia epocale, senza nessuna esclusione di colpi.
Nel match d’andata all’Etihad De Bruyne portò avanti i suoi dopo due minuti, con Gabriel Jesus a siglare la rete del raddoppio all’11’. Quindi Karim the Dream, futuro pallone d’oro, che alla mezzora accorciò le distanze. 3-1 per gli azzurri di Foden? 3-2 di Vinicius tre minuti dopo. 4-2 di Bernardo Silva a quindici dal gong? 4-3 di Benzema otto minuti più tardi, a mettere a segno la sua doppietta personale.
Al ritorno, però, succede l’impensabile: al Bernabeu dopo un’ora e un quarto di equilibrio, Riyad Mahrez porta avanti gli ospiti, ma Rodrygo segna la rete del pareggio al 90′, poi un minuto più tardi sigla il gol del sorpasso, che significa supplementari. Al 95′ dal dischetto Benzema completa la rimonta, con la compagine di Re Carlo Ancelotti a passare il turno ai supplementari.
Sarà probabilmente un doppio scontro così, giocato al cardiopalma, con la piccola eccezione che da quel momento la compagine di Manchester ha implementato in rosa un certo Erling Haaland, capace di segnare oltre cinquanta gol nella sua prima stagione inglese.
Il Real in questa stagione è stata giustiziera del calcio inglese: ha prima eliminato il Liverpool agli ottavi, quindi il Chelsea ai quarti di finale. Non avranno Militao, squalificato, con la linea davanti a Courtois composta da Rudiger e Alaba centrali con Carvajal e l’adattato (ma nemmeno troppo) Camavinga sulle due fasce.
Difficile che ci sia anche Modric, almeno non dall’inizio. Un problema non insormontabile, vista la foltezza a centrocampo: giocherà Tchouameni, vicino a Kroos e Valverde, in tal caso. Sull’attacco, nessun dubbio, col consolidato trio Rodrygo-Benzema-Vinicius.
Guardiola risponderà con il 3-4-2-1 e, non avendo assenze, giocheranno i migliori: Ederson sarà ovviamente il portiere. Poi Akanji dovrebbe essere l’unico titolare fra quelli che hanno giocato contro il Leeds. Panchina per Akè e Laporte, con Ruben Dias centrale e Walker braccetto.
Quindi Rodri in mediana di fianco a Stones, che nasce difensore ma che il tecnico catalano ha reinventato da regista e, grazie alle capacità di doppia fase, sta rendendo alla perfezione.
Il ballottaggio è con Mahrez e Foden, che oggi dovrebbero partire fuori: quindi liberi con Bernardo e Grealish larghi, De Bruyne e Gundogan interni a supporto della punta norvegese.
