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RAVANELLI: “SE ESCE DALL’EUROPA LEAGUE, LA JUVE POTREBBE AVERE RIPENSAMENTI SU ALLEGRI”

Ravanelli su Vlahovic e Allegri

Fabrizio Ravanelli, ex attaccante, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.

Ravanelli su Vlahovic e Allegri
Per Ravanelli Vlahovic deve ritrovare autostima (Ansa Foto) – tvplay.it

“USCENDO DALL’EUROPA LEAGUE LA JUVENTUS PUO’ RIFLETTERE SU ALLEGRI” – “Credo che questa settimana che è iniziata sarà veramente molto importante, perché la Juventus si gioca una fetta importante della stagione. Allegri sarà giudicato dai risultati come tutti gli allenatori, lui ha come giustificazione anche l’aver vissuto una stagione con tante difficoltà extracalcio. Spesse volte è difficile, perché quando sei allenatore, hai finito la partita o l’allenamento e hai poche persone per relazionarti a livello tecnico e dirigenziale, quando devi pensare a tante cose anche extracalcio i compiti diventano più difficili. Allegri ha tanti contro, sa che la sua squadra non ha giocato un buon calcio quest’anno, se dovesse uscire dall’Europa League potrebbero esserci ripensamenti da parte della Juventus”.

“VLAHOVIC HA PERSO AUTOSTIMA” – “Un giocatore che ha dimostrato quando era alla Fiorentina grandi qualità, con margini di miglioramento incredibile. Giocare alla Fiorentina è una cosa, nella Juventus un’altra. Ha avuto un impatto importante con la Juventus, ha fatto gol importanti anche pronti via con il Villarreal in Champions. Poi sono arrivate delle difficoltà e lui è andato in crisi, ha perso un po’ di autostima e sta vivendo un periodo non facile, è diventato un po’ frenetico, l’assenza di tranquillità e fiducia portano poi a errori grossolani. Spesso durante la partita si trova al posto sbagliato, non attacca mai il primo palo per andare in gol, in certi momenti è come si nascondesse, ha perso quella fiducia che aveva quando è arrivato alla Juventus. Ora è in confusione e fa fatica a scendere in campo con tranquillità e sicurezza, fattori determinanti per un attaccante. Quando hai poca autostima di te stesso in certi momenti della carriera vai in difficoltà. Mi è capitato in certi momenti della carriera di non essere al top, di non giocare bene, ci sono state situazioni in cui quando non stai bene ti nascondi anche un po’ in campo per non ricevere palla. Vlahovic contro la Cremonese ha toccato pochissimi palloni, non credo si sia nascosto apposta, ma penso abbia bisogno di spazzare via a livello mentale tutte quelle idee e situazioni che lo fanno scendere in campo con quell’ansia e con quel nervosismo che non gli permettono di giocare ai suoi livelli”.

“CAMBIARE IL DNA DI UN CLUB COME LA JUVENTUS È DIFFICILE” – “Onestamente non è abbastanza facile rispondere. Sono cresciuto in un ambiente come quello della Juventus e quindi appartengo alla classe del pragmatico, alla Juventus se giochi bene o male non interessa, a fine anno devi vincere. Fuori dallo Stadium c’è scritto che vincere non è importante ma l’unica cosa che conta. Poi per vincere ci sono più strade, c’è quella pragmatica, quella di Guardiola, che richiede una certa mentalità e predisposizione. Cambiare un DNA a un club che ha avuto nella sua storia quel tipo di idea è difficile. Al di là di tutto quando scendi in campo la cosa più importante e avere i tre punti quando vai sotto la doccia”.

“SOUSA GRANDE ALLENATORE, MA PRIMA DEVE AVERE CONTINUITA’ DI RISULTATI” – “Prima di dare una panchina importante devi dare continuità di risulta. Sousa è un amico ma anche un grande allenatore, con un grande carattere. Prima di Salerno ha passato tante stagioni difficili. Credo la Juventus abbia bisogno di andare o più su un allenatore affermato o su qualcuno che ha dato grande calcio alle proprie squadre come De Zerbi per esempio”.

“DIFFICILE LA RIMONTA PER IL MILAN” – “Onestamente è veramente difficile per il Milan, è una squadra incerottata, non al top. Il Milan ultimamente ti fa pensare che non ci sia partita, ma il calcio ti riserva sempre sorprese, ma l’Inter mi sembra più avanti del Milan. Ha giocatori in grande condizione, come Lautaro, Lukaku, se resta fuori Brozovic gioca uno come Calhanoglu. Ho l’esperienza per dire che se Leao ha avuto veramente un’elongazione all’adduttore non sarà al meglio. Però sarà comunque un derby in Champions, dove veramente basta un episodio per cambiare le cose. A bocce ferme però l’Inter, in questo momento, è in forma e ha anche un pizzico di fortuna, in questa partita non mi sembra ci sia storia”.

“IN QUESTE PARTITE NON VEDI L’ORA DI SCENDERE IN CAMPO” – “Queste partite sono emozionanti, ti segnano la vita. Nel ricordare la mia esperienza di quei momenti lì, è emozionante ricordare quello che si può provare prima di giocare, non vedi l’ora di arrivare al campo, ti sudano le mani, non dormi. Non vedi l’ora di poter arrivare al campo per iniziare a cambiarti e andare in palestra e al campo per prepararti, immagino ci siano momenti di grande silenzio dove tutti i giocatori sono concentrati nel seguire poi le consegne che il mister ha dato nel briefing prepartita. L’emozione è incredibile e capisco cosa possano provare i giocatori”.

“IL GOL ALL’AJAX MI RAPPRESENTA” – “Credo che quel gol all’Ajax rappresenti il mio carattere e il mio modo di giocare. Sono sempre stato dipinto come un giocatore che non mollava mai, il primo a difendere anche se faceva l’attaccante. Nel lontano ’96 l’Ajax aveva una grande difesa, aveva battuto l’anno prima il grande Milan degli olandesi ed era stata dipinta come la squadra più forte del mondo, anche in campionato sbeffeggiava gli avversari. Talvolta però proprio per eccesso di sicurezza commettevano errori. Su quella palla alta ci ho creduto, mi sono inserito a testa bassa tra Van der Sar e De Boer, ho anticipato il portiere, con la rotazione del corpo ho calciato con il destro che non è il mio piede, ma con la rotazione del corpo ha preso una traiettoria ad effetto e si è insaccata, Silooy provò a recuperare ma ormai era andata”.

“SONO RIMASTO JUVENTINO” – “Sono rimasto pienamente juventino, la mia squadra fin da piccolo. Il gol del centenario della Lazio? Certo che me lo ricordo, stavamo soffrendo contro un Bologna che giocava molto bene. Quel gol spense un po’ le speranze del Bologna, un gol anche particolare, con quella caduta sono riuscito a cogliere in contropiede Pagliuca, poi sono andato ad esultare sotto la curva”.

“MI SONO FORMATO A CASERTA COME CALCIATORE” – “A Caserta ci fu il trampolino di lancio verso categorie più importanti, è stata una grande palestra per me, mi ha formato caratterialmente e come giocatore. Il tecnico ci faceva lavorare tanto, uno di quegli allenatori che mi ha aiutato a diventare il calciatore che poi sono diventato”.

“QUANDO STA BENE PREFERISCO LA DIFESA DEL MILAN” – “Preferirei, se stanno bene entrambe, affrontare la difesa dell’Inter. Il Milan ha Tomori che è più brevilineo, Kjaer che è molto esperto, l’anno scorso il Milan ha fatto un grande campionato. L’Inter ha giocatori anche forti come Acerbi, ma senza grande gamba. Presi in profondità Darmian, Bastoni e Acerbi possono soffrire, una difesa che spesse volte qualcosa può concedere”.

“LA PARTITA PUO’ ANDARE ALL’INTER” – “L’Inter mi sembra in formazione tipo, sta veramente bene fisicamente e mentalmente, con l’autostima a livello massimale. Il Milan dovrà fare la partita della vita, ma il Milan visto in campionato e in Champions, con le problematiche che hanno alcuni giocatori, faccio fatica possa pensare all’impresa, penso la partita possa andare all’Inter”.

“DZEKO-LAUTARO MIA COPPIA PREFERITA” – “Il mio attaccante preferito in questo momento non è uno, ma la coppia Dzeko Lautaro. Dzeko sa venire fuori dalle linee, sa giocare la palla, sa finalizzare l’azione. Non fa 30 gol come potrebbe fare Lukaku, ma è un giocatore che fa migliorare la squadra, da tecnico preferirei sempre Dzeko. Lautaro si integra sempre molto bene, quando sta bene sa fare anche reparto da solo. Lukaku usa tanta forza fisica, ma per come gioca l’Inter e per come giocava l’Inter senza Lukaku mi sembra abbia tolto più che dato qualcosa. Preferisco la coppia che giocherà questa sera”.

“MEGLIO IL REAL IN FINALE” – “Se l’Inter arriverà in finale non avrà nulla da perdere. Penso avrebbe qualche chance in più con il Real Madrid, il gioco del City farebbe fatica a tenerlo. I blancos alternano esperti e giovani, ma magari sicuri del loro DNA e della loro storia potrebbero concedere qualcosa in più. Fossi Inzaghi quindi preferirei il Real”.

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