I cinque momenti iconici dell’avventura di Spalletti al Napoli, ormai giunta al capolinea: ecco cos’è successo in due anni.
“Non posso tarpare le ali a nessuno, la libertà di poter scegliere è inviolabile. Dobbiamo essere grati a Spalletti per quello che è riuscito a realizzare“. Sono queste le parole di Aurelio De Laurentiis alla presentazione delle medaglie per lo Scudetto, in riferimento al futuro del mister del Napoli. Un messaggio che è facilmente interpretabile come una dichiarazione d’addio. Un arrivederci magari, ma sicuramente un saluto e un ringraziamento per aver portato un grande titolo in città.
Il mister avrebbe un altro anno di contratto con il Napoli, ma non ha apprezzato che il presidente abbia esercitato l’opzione presente nell’accordo stipulato due anni fa senza esser messo al corrente, senza un confronto. E così, Spalletti sarebbe giunto al capolinea, al netto di straordinari capovolgimenti di fronte che solo De Laurentiis, un egregio produttore cinematografico, potrebbe realizzare.
In ordine cronologico, uno dei momenti più emozionanti dell’avventura di Spalletti a Napoli è stato senz’altro la conferenza di presentazione come allenatore. Mancava in Serie A da due anni e nel frattempo era stato in silenzio a lungo, mentre in tv appariva la serie tv sul fine carriera di Totti e retroscena del loro rapporto a Roma. In quella conferenza stampa, Spalletti dichiarò che con Napoli completava il “tour dell’anima“, dopo aver allenato Roma “la città del Papa e la città eterna”, lo Zenit a San Pietroburgo “la città degli Zar”, Milano “quella della Moda, dell’industria, della Madonnina” e infine Napoli “la città di Maradona, San Gennaro, dove calcio e miracoli sono la stessa cosa“.
Nella prima estate rovente di Luciano Spalletti al Napoli, Koulibaly sembrava promesso sposo al Barcellona. Ma direttamente dal ritiro prestagionale, il mister ricordava ai tifosi che per trattenerlo in rosa si sarebbe “incatenato da qualche parte“. E alla fine il senegalese rimase un’altra stagione, salvo poi accettare l’offerta del Chelsea l’estate scorsa.
Prima della gara di ritorno contro l’Eintracht Francoforte, che sarebbe valsa la qualificazione ai quarti di finale di Champions League, Spalletti dichiarò in sala stampa che sarebbe servito mettere in campo “cuore, cervello e anche un po’ di culo“. In questi due anni, il mister si è preso in giro molto spesso, facendo qualche battuta anche in napoletano.
Dopo il pareggio di Dia nel derby Napoli-Salernitana, il tecnico di Certaldo non si perse d’animo e ribadì un concetto che è stato caro e ha dato la forza ai tifosi azzurri per continuare a supportare la squadra nel momento decisivo: “Il traguardo è vicino. Diventa un dilazionamento del godimento. Un po’ quando ci si dà baci, più ci stai meglio è”.
Nel bel mezzo della festa Scudetto al Maradona, dopo la vittoria sulla Fiorentina, Spalletti ha preso il microfono e ha urlato ai tifosi una frase che chiude un po’ il cerchio, riprendendo un concetto con il quale ha iniziato quest’esperienza: “E’ proprio vero che Napoli è la città dei miracoli. Se siete riusciti a far vincere uno Scudetto a me, può succedere di tutto”.
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