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Milan, oltre l’incasso monstre: perché la cessione di Tonali può tradursi in un disastro

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Niccolò Matteucci

La cessione di Tonali ha diviso ancora di più i tifosi del Milan, ma in realtà chi si lecca i baffi per l’incasso non ha fatto bene i conti.

Sulla piega che ha preso il nuovo Milan di RedBird molti tifosi, sportivi ed appassionati si stanno dividendo. La proprietà è uscita davvero allo scoperto il giorno in cui l’accoppiata Cardinale-Furlani ha messo alla porta nientemeno che Paolo Maldini. Una mossa che evidentemente si meditava già da tempo, dopo quel rinnovo molto tirato di un anno fa, nonostante lo Scudetto appena vinto. La pietra tombale sul milanismo è stata la recente cessione di Sandro Tonali, che però è stata accompagnata da un incasso importante, tra i 70 e gli 80 milioni di euro. I rossoneri però hanno davvero fatto una buona mossa? La risposta è no.

Sandro Tonali. (ansa-tvplay)

RedBird ha scoperto le carte e, almeno fino a questo momento, ha iniziato a mettere in atto una politica che agli occhi di tifosi e non appare piuttosto spregiudicata, oltre a ricordare molto quella di James Pallotta ai tempi della Roma. I tifosi rossoneri si dividono principalmente tra furibondi, delusi ma speranzosi e attendisti.

I fatti sono davanti agli occhi di tutti, fintanto che nel Milan c’era ancora Maldini, il club ha messo in cassaforte il rinnovo di Leao, era in procinto di chiudere per Kamada ed al primo affondo del Newcastle per Tonali era stata sbattuta la porta in faccia agli inglesi. Adesso ovviamente il Milan avrebbe il budget per fare almeno un colpo importante, non fosse altro per far ricredere i tifosi, ma la reale situazione dei rossoneri è tutt’altro che incoraggiante.

Perché il Milan ha sbagliato a vendere Tonali

In un’epoca in cui una squadra di Serie A si sbaglia e perde una partita a tavolino effettuando un cambio in più, forse possiamo davvero aspettarci di tutto. Inizia a sorgere a più di qualcuno dunque il dubbio che al Milan potrebbe non essere chiarissimo come funzionano le liste per la rosa. Ogni squadra infatti dovrà essere composta da 25 giocatori di cui almeno 4 provenienti dal vivaio del club e 4 da un qualsiasi vivaio italiano.

Davide Calabria e Sandro Tonali. (ansa-tvplay)

Il Milan attualmente ha come 4 del vivaio italiano Sportiello, Florenzi, Caldara (rientrato dal prestito) ed il 39enne Mirante, a cui tra 7 giorni scade il contratto. I 4 del vivaio rossonero invece sono Calabria, Pobega, Gabbia e Brescianini. Di questi nel giro dei titolari c’è effettivamente solo Calabria, con Pobega che fa parte delle rotazioni, anche se oggi in effetti sarebbe nell’11 iniziale, ma il problema fondamentalmente è un altro.

In questo modo il Milan si è infatti infilato in un labirinto che consiste nell’essere costretto a mantenere in rosa giocatori su cui non punta realmente, come Caldara e Mirante, o che non garantiscono una tenuta fisica adeguata come Florenzi. Inoltre i giovani Gabbia e Brescianini che resterebbero relegati in panchina anziché farsi le ossa altrove per formarsi e crescere. Tra l’altro risulta che proprio in questi giorni la Salernitana abbia bussato a Casa Milan per avere informazioni proprio su loro due, ma anche Colombo e Maldini (che invece sono extra-lista in quanto nati dal 2001 in poi). Laddove qualcuno partisse quindi il Milan dovrebbe muoversi sul mercato a caccia di calciatori necessariamente italiani, che già sono notoriamente cari, oltretutto col coltello sicuramente non dalla parte del manico nella trattativa.

Niccolò Matteucci

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