Il centrocampista francese rischia di stare fuori a lungo e potrebbe quindi dire addio alla Juventus: come cambiano i piani tattici di Allegri.
Ci risiamo, Paul Pogba è nuovamente al centro delle polemiche. Questa volta non a causa di problemi fisici, ma per doping. Il centrocampista francese è infatti risultato positivo al testosterone nei controlli antidoping effettuati al termine della partita contro l’Udinese, valida per la prima giornata di campionato. Piove dunque sul bagnato in casa bianconera: dopo quasi un anno ad attendere il rientro definitivo, l’ex Manchester United ora rischia di stare fuori ancora più a lungo per squalifica, scombussolando ulteriormente i piani di Massimiliano Allegri e della Juventus.
Il tecnico toscano ha sempre creduto nelle qualità di Pogba, definendolo come un ‘calciatore differente’ e sperando in una sua ripresa il più presto possibile. Quanto accaduto ieri rischia però di minare definitivamente il rapporto tra il francese e la Vecchia Signora. Sì perché pare che il centrocampista abbia assunto dei farmaci consigliati da un amico e non dalla società, aspetto che andrebbe ad aggravare ulteriormente la sua posizione. Insomma, in uno scenario del genere la Juventus dovrà fare di necessità virtù, sapendo che, molto probabilmente, Pogba potrebbe non essere più a disposizione.
E’ pur vero che, dal suo ritorno a Torino, Pogba non è praticamente mai stato abile e arruolato, ma nelle idee di Allegri c’era proprio la volontà di andare a reinserirlo in maniera graduale. La nuova assenza priva dunque i bianconeri di un centrocampista potenzialmente decisivo e in grado di alzare il tasso tecnico generale. Max dovrà quindi accontentarsi di un reparto ancora più ridimensionato e, soprattutto, non così strutturato a livello tecnico. Difficile pensare in una Juve capace di ambire per le posizioni più nobili della classifica, a maggior ragione conoscendo le qualità delle dirette concorrenti. Al fianco dei due giovani Fagioli e Miretti, infatti, ci saranno McKennie, Rabiot, Locatelli e Nicolussi Caviglia: un reparto, a dir la verità, non così irresistibile.
Fin dall’inizio della stagione si è parlato di una Juventus da scudetto e, complici le due vittorie di inizio campionato, l’entusiasmo è salito alle stelle. Analizzando però la situazione in maniera più distaccata, sembra molto complicato che Allegri possa compiere un miracolo simile. Il centrocampo è un reparto nevralgico per lo sviluppo del gioco, ed è da lì che vengono dettati i ritmi e i tempi di manovra. Ai bianconeri manca un regista di alto livello, ma anche una mezzala di assoluta qualità, che sappia rifinire e incidere negli ultimi 30 metri. Le sorti della Juventus passeranno dunque dall’attacco, dove Max cercherà di far arrivare il pallone il prima possibile per innescare Chiesa e Vlahovic, probabilmente gli ultimi due calciatori di alto livello rimasti in rosa e in grado di lasciare veramente la loro impronta.
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