Pogba, maxi squalifica di 4 anni: la mossa della difesa

Dopo la maxi richiesta della Procura antidoping di 4 anni di squalifica, la difesa di Paul Pogba si è messa al lavoro.

Dopo la vittoria di venerdì scorso contro il Monza, la Juve di Massimiliano Allegri è attesa domani sera dal secondo big match consecutivo all’Allianz Stadium, ovvero quello contro il Napoli campione d’Italia. I bianconeri, di fatto, devono assolutamente vincere sia per riguadagnare la prima posizione, in attesa della sfida di sabato tra l’Inter e l’Udinese, che per sancire la definitiva abdicazione degli azzurri per bissare il successo dell’anno scorso.

Tuttavia, di fatto, il giorno della vigilia della Juve non è stata contraddistinta dalla serenità, anzi. La Procura antidoping, infatti, ha chiesto la bellezza di 4 anni di squalifica per Paul Pogba, risultato positivo lo scorso 20 agosto a seguito di un controllo avvenuto dopo la prima giornata di campionato tra l’Udinese e la Juventus.

Mentre ad inizio ottobre, le controanalisi avevano confermato la positività del centrocampista francese al testosterone. La Procura antidoping, dunque, ha chiesto il massimo della pena per questi casi. Proprio per evitare un’assenza così lontana dal campo di Paul Pogba, la difesa del lavoro per evitare questa super squalifica che, di fatto, chiudere la carriera agonistica del campione del mondo con la Francia di Deschamps nel 2018.

Caso Paul Pogba, la difesa del francese punta ad una riduzione della richiesta di 4 anni di squalifica della Procura antidoping

Come riportato dalla ‘Gazzetta dello Sport’, infatti, i legali di Paul Pogba vogliono fare leva sulla buona fede del loro assistito per cercare una forte riduzione della squalifica chiesta dalla Procura antidoping. Il giocatore della Juve, di fatto vuole dimostrare che non ha assunto nessuna sostanza dopante con l’intento di alterare le sue prestazioni.

Pogba
La difesa di Pogba è al lavoro per ridurre la squalifica richiesta dalla Procura antidoping (LaPresse) tvplay.it

Inoltre, secondo la difesa di Paul Pogba, la sostanza emersa dai vari controlli è il ‘Dhea’, ovvero il cosiddetto ‘Ormone della giovinezza’ ,il quale è stato vietato in Italia dal 2021 a causa dei tanti effetti collaterali che innesca. In altri paesi, invece, il discorso è ben diverso, visto che sia ammesso che essere anche contaminatore (voluto e non) di altri prodotti riconosciuti dal punto di vista sportivo.

Nel frattempo, la Juve ancora non si è espressa sulla richiesta della Procura antidoping. Mentre il francese ora percepisce ai duemila euro netti mensili. Una possibile risoluzione del contratto, di fatto, aiuterebbe la casse economiche della ‘Vecchia Signora’, visto che il francese ha il contratto più esoso dell’intera rosa agli ordini di Max Allegri.

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