Andrea Agnelli torna alla Juventus: l’ex Presidente è pronto, la rivelazione è clamorosa e sorprende tutti. Cosa può accadere
Andrea Agnelli alla Juventus. L’ex presidente del club bianconero può ritornare, almeno secondo quanto afferma il Financial Times che spiega un po’ il pensiero dell’imprenditore. D’altronde è stato numero uno del club fino alla scorsa stagione, la Juventus è un “affare di famiglia” e lui continua ad essere azionista della società.
Agnelli, peraltro, ha dato vita al ciclo vincente della “nuova Juventus”, quella nata dopo il caos Calciopoli e la retrocessione in Serie B. Insediatosi al posto di comando, ha riportato i bianconeri grandi in Italia, con nove scudetti consecutivi e pure in Europa, arrivando a disputare due finali di Champions League, poi perse.
Ecco perché, prima o poi, non si può certo escludere un suo ritorno in bianconero, alla guida del club. Ovviamente il “poi” è di fatto fondamentale nel discorso, anche perché al momento non vi sono strade per un Agnelli bis in seno alla società. D’altronde l’attuale management si è insediato circa un anno fa ed al momento nuovi stravolgimenti potrebbero essere addirittura controproducenti.
Agnelli, peraltro, è al lavoro sulla Superlega, un progetto a cui tiene molto essendo uno dei “padri fondatori”. Una sorta di priorità che l’ha messo contro perfino Ceferin e l’Uefa, inimicandosi poi tutti i vertici del calcio europeo. Superlega che avrà bisogno almeno di un anno e mezzo per vedere la luce, ammesso che questo davvero accada.
Sembra certo che Agnelli sia però pronto a tornare sul ponte di comando qualora vi fossero le giuste condizioni affinché ciò accada. nel frattempo vive ad Amsterdam e segue le gare della Juve. Ed al Financial Times ha raccontato anche e soprattutto del progetto Superlega, svelando anche curiosi retroscena.
Uno su tutti, il coinvolgimento di Nasser Al Khelaifi all’interno della Superlega. Agnelli ha raccontato di un incontro avvenuto a Parigi in pieno Covid, con l’intenzione di cambiare e dare vita ad un nuovo torneo. Una decisione di vagliare altre strade più remunerative rispetto alla Champions League dettata probabilmente anche dai bilanci in estrema sofferenza di quel periodo, un problema che ha attanagliato tutti i club.
Agnelli ha anche ricordato l’episodio del telefono spento che creò una frizione insanabile con Ceferin. “Il tempo è galantuomo – ha sentenziato – spero che nel rapporto con Ceferin si aggiusteranno le cose. Anche in questo caso, se non dovesse accadere, ho la coscienza pulita. Ho un obietivo e non scendo a compromessi, cerco di raggiungerlo” ha poi concluso.
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