Il classe 2001 belga è reduce da tre gol nelle ultime due partite ed è sempre più protagonista in maglia Dea: l’analisi.
Tutti ai piedi di Charles De Ketelaere. Al Milan qualcuno forse sta cominciando a nutrire dubbi sulla gestione che i rossoneri hanno riservato al talentino belga. Sì perché ad un anno di distanza, il classe 2001 sembra completamente un altro calciatore. All’ombra di San Siro l’ex Club Brugge non era riuscito a segnare neanche un gol, ma dopo il passaggio a Bergamo i fatti stanno dando ragione all’intuizione di Paolo Maldini che nell’estate del 2022 aveva deciso di sborsare ben 30 milioni di euro per prelevarlo da uno dei più importanti club del calcio belga.
In rossonero, però, De Ketelaere non è mai riuscito ad esprimere a pieno il suo talento, scendendo in campo in una quarantina di partite senza mai trovare la via del gol. Tutto ciò ha probabilmente contribuito alla successiva separazione dalla gestione tecnica di Maldini, anche se, dopo l’attuale metà di stagione, l’ex difensore e dirigente rossonero potrebbe togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Al Milan, si sa, si corre veloce e quasi a nessuno viene concessa la possibilità e il tempo di ambientarsi. Per De Ketelaere è stato proprio così: il classe 2001 dava l’impressione di essere spaventato e disorientato ogni qualvolta avrebbe dovuto calpestare il rettangolo verde di San Siro.
De Ketelaere, perché la rinascita parte da Gasperini
Ma cosa può essere cambiato in De Ketelaere? In primis, senza dubbio, l’approccio mentale alle partite. A Bergamo l’ambiente è sicuramente meno pressante che al Milan e il 22enne ha quindi trovato l’habitat ideale per ripartire dopo una stagione ampiamente negativa. Ma non solo. A rivelarsi decisivo, come sempre, c’è anche il lavoro straordinario portato avanti da Gian Piero Gasperini, ormai una certezza nel valorizzare giovani calciatori in rampa di lancio Da un punto di vista tattico è dunque evidente che il classe 2001 ex Brugge e Milan si sia trovato notevolmente meglio con le idee del suo nuovo tecnico allenatore. Al Milan, di solito, De Keteleare veniva schierato come trequartista puro alle spalle di un duo d’attacco con Giroud come costante riferimento centrale.
In questa stagione, invece, il 22enne viene impiegato sia come trequartista a due, quindi come meno campo da coprire e più possibilità di incidere nella sua zolla sul centro-destra, sia come attaccante centrale, addirittura anche come riferimento unico. Insomma, questa totale adattabilità a diversi ruoli gli permette di godere di più libertà e di non essere ingabbiato in una posizione predefinita come successo al Milan, dove tra l’altro Pioli aveva strutturato un gioco molto verticale su Giroud e incentrato sulle seconde palle, di conseguenza poco incline a lasciare estro e fantasia ai giocatori di maggior talento. La rinascita di De Ketelare passa dunque da qui: 8 gol in stagione e uno status sempre più da protagonista. Il futuro è segnato e dovrebbe essere ancora a Bergamo, per una definitiva consacrazione e la voglia di scrivere ancora pagine importanti di un club che non smette di sorprendere.