Terremoto in Formula 1: coinvolti il presidente Fia e un italiano. Un altro scandalo, stavolta ancora più clamoroso, scuote il Circus mondiale
Non c’è pace per la Formula 1. Si è da poco disputato il primo Gran Premio della stagione, stravinto sul circuito del Bahrain come da pronostico dal campione del mondo in carica Max Verstappen, che il Circus mondiale rischia di essere travolto da uno scandalo di enormi dimensioni. Una vicenda che se confermata avrebbe l’effetto di una vera e propria deflagrazione in tutto l’ambiente, con delle conseguenze clamorose. Mentre gli addetti ai lavori si interrogano sul comportamento assunto dal team principal della Red Bull Christian Horner, accusato da una dipendente della scuderia di comportamenti inappropriati, a rischiare lo scandalo è il grande capo della Federazione Internazionale.
Stiamo parlando di Ben Sulayem, l’imprenditore emiratino che dal dicembre del 2021 è il presidente della FIA. Secondo quanto riportato dalla BBC l’ex campione di rally e attuale numero uno dell’automobilismo mondiale sarebbe finito sotto inchiesta per aver addirittura interferito in prima persona sul risultato di una gara.
Una fonte anonima avrebbe confessato all’emittente di stato britannica che Ben Sulayem sarebbe intervenuto direttamente al fine di annullare una penalità comminata al campione spagnolo Fernando Alonso subito dopo lo scorso Gran Premio della Arabia Saudita che si è corso sul circuito di Gedda.
La Formula 1 è nella bufera, un altro scandalo investe il Circus: nel mirino il presidente della FIA Ben Sulayem
Entrando nello specifico e spiegando lo svolgersi dei fatti incriminati, l’ex campione del mondo e grande amico di Flavio Briatore si era piazzato in terza posizione, conquistando uno dei tanti podi ottenuti lo scorso anno alla guida dell’Aston Martin. Per Alonso si era trattato, peraltro, del centesimo podio ottenuto nel corso della sua straordinaria carriera.
Subito dopo l’arrivo il pilota asturiano era stato penalizzato per aver posizionato scorrettamente la sua vettura sulla griglia di partenza. Un errore che gli era già costato cinque secondi di penalità, scontati in gara, nel corso di un pit stop durante il quale uno dei tecnici dell’Aston Martin avrebbe messo mano alla macchina prima della penalità.
Da lì l’ulteriore sanzione inflitta a fine gara e la conseguente retrocessone dal terzo al quarto posto. Una decisione poi ribaltata con il pieno accoglimento del ricorso inoltrato dalla scuderia inglese.
Alla base della vicenda potrebbe esserci un’incomprensione nella traduzione dall’italiano. Il rapporto era infatti stato redatto da Paolo Basarri, responsabile della conformità degli atti in pista. Vi si leggeva “Sulayem pretended the stewards to overturn their decision…”. Il verbo to pretend in inglese non significa “pretendere“, bensì “fare finta, fingere“. Dunque, niente di scorretto.