C’è un gran parlare di calciomercato in casa Juventus soprattutto dopo i ko di Gleison Bremer e Juan Cabal. Ma la bordata a Comolli non ce l’aspettavamo.
Parole davvero forti che lasciano in molti senza parole, il dirigente bianconero finisce sotto accusa da chi non possiamo dire sia uno qualsiasi in casa Juve.

“Difficile parlare, prima di giudicare è meglio conoscerle a fondo. Se dovessi guardare quello che è stato fatto è stato sbagliato qualcosa, invece di tre attaccanti dovevano prenderne uno con un centrocampista e un difensore. I giocatori che sono stati presi non sono malvagi, sono giocatori che potrebbero stare in una squadra che compete l’Europa League, a certi livelli. Niente di importante come quello che serve a una squadra che deve vincere come la Juventus. Diamo però tempo a Comolli per andare avanti, poi si può criticare o elogiare”, così Luciano Moggi parla a JuveLive su Twitch e l’aspetto è davvero molto delicato.
Diventa dunque interessante andare ad approfondire questo aspetto cercando di capire meglio le parole del direttore che dal 1994 al 2006 è stato alla guida della Juventus nella famosa Triade al fianco di Roberto Bettega e Antonio Giraudo.
Luciano Moggi, non solo la bordata a Comolli
A JuveLive, Luciano Moggi ha rilasciato anche altre dichiarazioni molto interessanti. Si parte dalle parole legate all’infortunio di Gleison Bremer che coincidono con il calciomercato: “Difficile dire come mi sarei comportato, dipende dal lato medico e dalla relazione. Quando uno subisce un danno come quello di Bremer la ripresa non è semplicissima. La gamba offesa non risponde mai o si difende rispetto a quella sana, il problema di fondo è la camminata che crea problemi meniscali e potrebbe crearne anche di muscoli. Poi magari si va a sistemare, ma i primi tempi sono questi. Non sapendo però mi astengo dal rispondere. Non per fare il professore ho detto che quando si hanno tre attaccanti altri tre non si devono prendere. Mancano un centrocampista e un difensore“.

Dichiarazioni anche su Vlahovic: “Se ci fossi stato io quel contratto Vlahovic non l’avrebbe mai firmato, si parte da un presupposto netto. Poi dopo a scalare si può dire che era un giocatore che dava qualcosa in più rispetto agli altri. Ora nella sostanza è un calciatore che va in campo e vivacchia. Prima c’era la scaramanzia di farlo partire dalla panchina, ora manco quella. Probabilmente ha perso la voglia di stare alla Juve e sarà stato interpellato da altre società. Non vuole infortunarsi e questo va a discapito di chi lo paga ora”.