Micropose Soccer ci fa davvero scavare nella preistoria dei videogame, quando il calcio si giocava solo da floppy e su Atari.
Oggi vi raccontiamo un pezzo di storia che sicuramente i più grandi di voi ricorderanno e che illuminava i pomeriggi con un divertimento genuino e spontaneo.

Micropose esce nel 1989 quando ancora i videogame erano qualcosa di farraginoso, che incantava perché erano i primi ma con tantissime lacune. Pensate che questo antenato di Fifa e co. si giocava con una telecamera dall’alto con i calciatori che si vedevano solo per testa e spalle e il pallone che in prospettiva era più grande della loro testa.
Oggi a guardarlo fa quasi ridere, ma all’epoca si trattava di un’innovazione difficile da credere e alla quale era impossibile resistere. Un gioco di un livello straordinario e in grado di andare a creare curiosità in un pubblico molto ampio.
Sebbene rientri nella categoria di giochi “invecchiati malissimo” è di certo un qualcosa di molto interessante che merita la nostra attenzione e che ci mostra diversi spunti impossibili da dimenticare. Andiamo dunque ad analizzarlo più da vicino scoprendo altri particolari che molti non conoscono e che fanno riflettere oltre che divertire il pubblico.
Micropose Soccer, la storia di uno dei primi videogiochi di calcio
Micropose Soccer esce negli Stati Uniti come Keith Van Eron’s Pro Soccer e subito riesce a raggiungere un risultato di notorietà in tutto il mondo. Siamo sul finire degli anni ottanta, ancora Sensibile Soccer non ha registrato risultati importanti e il videogame riesce ad attirare un pubblico piuttosto ampio.
Non era solo su Atari, si giocava anche su ZX Spectrum, Ms-Dos, Amiga, Amstrad CPC e Commodore 64, era un gioco che all’epoca veniva considerato quasi avanguardistico per i controlli e i movimenti che potevano fare i calciatori rispetto ai competitor dell’epoca.
Strepitose anche le possibilità considerando il periodo, potevate anche giocare in due in amichevole o affrontare un torneo o un campionato. Si poteva giocare in una versione outdoor 11 vs 11 e indoor 6 vs 6. Il design era curato da Jon Hare con sviluppo a tre tra Sensible Software e Smart Egg Software. Si poteva giocare sia con la tastiera che con il primo rudimentale joystick.
Oggi molti l’hanno dimenticato, ma vi assicuriamo che l’hype all’epoca era davvero altissimo e impossibile da dimenticare per chi c’era. Un ricordo che tiriamo fuori dal cassetto e che sicuramente illumina un viaggio che ha regalato tantissime possibilità nel corso del tempo.





