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Juventus, Gianluca Ferrero nuovo presidente: ora cosa succederà

Juventus, Gianluca Ferrero nuovo presidente: ora cosa succederà

Exor ha indicato Gianluca Ferrero come nuovo presidente della Juventus. Cosa può significare per le scelte future del club

Inizia la nuova era della Juventus. Il terremoto iniziato con le dimissioni del presidente Andrea Agnelli e di tutto il Consiglio d’Amministrazione ha dimostrato “una frattura evidente tra gli amministratori indipendenti e il resto del management espressione della proprietà”, ha detto il giornalista del Corriere dello Sport Alessandro Giudice ai microfoni di calciomercato.it in onda su Twitch TvPlay.

Juventus, Gianluca Ferrero nuovo presidente: ora cosa succederà
Juventus, Gianluca Ferrero nuovo presidente: ora cosa succederà (ANSA)

Exor, la holding della famiglia Agnelli che nel 1923 assunse per la prima volta la proprietà della Juventus e da allora l’ha mantenuta praticamente sempre, con la sola eccezione del periodo 1935-1947, non ha intenzione, almeno per ora, di cedere la società, che peraltro in questa situazione sarebbe svalutata. “Credo le valutazioni di Exor non saranno solo finanziarie, ma anche familiari e affettive, mi sembra uno scenario difficile da immaginare” ha detto Giudice.

Il cambio di strategia sarà da valutare nel lungo periodo, chiaramente. Ma le prime mosse possono già dare un’indicazione rilevante. La prima, e più importante, arriva dal nome indicato dalla cassaforte della famiglia Agnelli per il ruolo di nuovo presidente della società. In un comunicato, Exor ha infatti espresso la sua intenzione di “indicare Gianluca Ferrero alla carica di Presidente della Società”.

Juventus, chi è il nuovo presidente Gianluca Ferrero

https://youtu.be/CYeZxRCXRFI

La scelta di Exor, che dovrà comunicare la lista completa dei candidati per il nuovo CdA al massimo 25 prima dell’assemblea degli azionisti del 18 gennaio, è iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Torino e dal 1995 al Registro dei Revisori Legali.

Presiede il collegio sindacale di diverse società, Fincantieri, Luigi Lavazza, Biotronik Italia, Praxi Intellectual Property, P. Fiduciaria, Emilio Lavazza, Gedi Gruppo Editoriale, Nuo e Lifenet. E’ sindaco effettivo in Fenera Holding e vicepresidente del Consiglio di amministrazione della Banca del Piemonte. Figura inoltre nel CdA Italia Independent Group, LOL e Pygar.

Il profilo è quello di un tecnico, e questo potrebbe suggerire una volontà di razionalizzazione della gestione della Juventus sul piano manageriale, magari rinunciando a slanci come l’acquisto di Cristiano Ronaldo.

Ferrero e Scanavino, cosa dicono le prime scelte Exor

E’ forse questo il momento nel quale si è palesata maggiormente la fratture fra le due anime della società, di un club che ha cercato il colpo definitivo per raggiungere il trionfo in Champions League ma allo stesso tempo di trovare la via per competere con le big d’Europa dai fatturati decisamente superiori, in alcuni casi doppi, rispetto ai bianconeri. Un sogno evidentemente costoso, che ha portato vantaggi economici e sportivi inferiori alle attese, anche per gli effetti della pandemia da COVID-19 del 2020. La Juventus, che è per certi versi la multinazionale del calcio italiano, è arrivata al punto di non ritorno.

Il cambiamento, da queste prime tracce, non sembra solo formale. L’indicazione di Ferrero si può interpretare in continuità con quella di Maurizio Scanavino come direttore generale. Scanavino è un manager molto vicino a John Elkann, numero uno di Exor. Ha lavorato in FIAT con Marchionne, poi nell’area digitale e marketing dell’editrice della Stampa e nel 2013 ha lavorato alla fusione tra lo storico quotidiano torinese e il Secolo XIX. E’ un uomo di cui gli Elkan si fidano, che da 18 anni cura gli interessi della loro famiglia e degli Agnelli.

Queste prime due mosse suggeriscono una presa di posizione di John Elkan e di Exor nella gestione della Juventus e un possibile cambiamento di filosofia di management. Dal sogno di gloria sportiva alla solida realtà aziendale: potrebbe essere questo, in sintesi, il senso della trasformazione della Juventus. La via per “ribaltare la partita” per usare l’espressione di Andrea Agnelli nella sua lettera di addio ai bianconeri.

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