In ricordo dello splendido giocatore che è stato, abbiamo scelto le cinque più belle reti su punizione di Mihajlovic, recordman in Serie A.
Si è spento purtroppo a 53 anni, arrendendosi alla forma acuta di leucemia che lo aveva colpito nel 2019, Sinisa Mihajlovic. Un calciatore, un uomo ed un allenatore apprezzato da tantissimi, tra persone comuni che lo avevano conosciuto, amici, colleghi e tifosi. Una persona per la quale il calcio ha significato tanto, sin da subito. Nato nel 1969, l’ex calciatore aveva infatti vissuto dapprima sulla sua pelle la guerra d’indipendenza croata e poi con enorme apprensione, per la famiglia ed i connazionali, i bombardamenti della fine degli anni Novanta in Serbia.
Dal 1992, però, sui campi da calcio ha scritto la storia in Serie A. Dopo aver vinto la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa, infatti, Mihajlovic ha vestito le maglie di Roma, Sampdoria, Lazio ed Inter. Con queste è riuscito a totalizzare la bellezza di 38 gol. La cosa più incredibile, tuttavia, è che 28 di questi siano arrivati su calcio di punizione, in anni nei quali era diventato il vero incubo dei portieri. Per celebrare la sua carriera ed il suo record (condiviso con Andrea Pirlo) abbiamo dunque scelto le 5 punizioni più belle nel nostro campionato.
Mihajlovic ed il suo sinistro magico: le 5 migliori perle su punizione in Serie A
Nonostante avesse già segnato alcuni punizioni degne di nota, soprattutto tra il 1997 ed il 1998, il nostro viaggio nel viale dei ricordi parte dal 24 gennaio 1999, in un Lazio-Piacenza di metà stagione. I biancocelesti vinceranno 4-1 la partita, che verrà sbloccata dopo 10 minuti proprio da un siluro di Mihajlovic. Da una trentina di metri, un po’ defilato sulla destra, la sua potentissima conclusione bacia il palo alla sinistra del portiere per una rete incredibile.
Due mesi dopo, da una posizione un po’ più vicina, ma ancora più esterna (quasi in linea con l’angolo destro dell’area di rigore, il campione della Lazio infilerà anche Massimo Taibi, per il 2-0 definitivo della sfida contro il Venezia. Un tiro anche qui velocissimo, che pur non terminando all’incrocio si rivela assolutamente imparabile per l’estremo difensore avversario.
Un’altra tappa indimenticabile è quella di Bergamo, il 1° ottobre del 2000, nella sfida del girone d’andata contro tra Lazio ed Atalanta. E ancora una volta Mihajlovic si supera, da una posizione quasi surreale. Il punto di battuta è talmente esterno che parrebbe una rimessa laterale, ma niente paura: la sua parabola, dopo 3 minuti, scavalca Alberto Fontana e si infila sotto la traversa per il momentaneo vantaggio ospite.
Quattro anni dopo, un’altra vera prodezza sarà quella in maglia interista, nel match d’andata della stagione 2004/05 contro il Bologna, sua ultima squadra da allenatore. Qui siamo ancora tra i 25 ed i 30 metri, dopo la lunetta dell’area, da una posizione centrale. Il problema, per malcapitato Gianluca Pagliuca, è che Miha sprigiona un missile che – alzando il pallone sulla barriera – va dritto verso l’incrocio alla destra del portiere, per il boato di San Siro ancora col momentaneo 1-0.
L’ultima nostra scelta risale alla stessa stagione. All’Inter-Roma del girone di ritorno in cui il fenomeno di Vukovar metterà a segno addirittura una doppietta ai danni di Ivan Pellizzoli. Indimenticabile soprattutto la prima rete, dalla sua “mattonella”. Leggermente defilato sulla destra, solita distanza. A riprova della sua ineguagliabile abilità sui piazzati, ancora una traiettoria diversa: stretta, a chiudere verso il primo palo, in basso. Un’altra perla assoluta, proprio contro la prima squadra che lo aveva accolto in Italia.
