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Visone a TVPlay: “La Juventus rischia la Serie B. Lecito riaprire il processo”

Il magistrato della DDA di Napoli Giuseppe Visone è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay

Continua ad essere sotto le luci della ribalta la questione plusvalenze e il futuro della Juventus, al centro di indagini. Queste le sue parole:

SUL PROCESSO PLUSVALENZE – “I fatti nuovi c’erano tali da giustificare l’adozione e l’istituto della revocazione all’articolo 63 del codice di giustizia sportiva. Gli atti della procura di Torino sono divenuti acquisibili a partire dal deposito dell’avviso 415 bis avvenuto nell’Ottobre del 2022. In quel momento la procura federale ha potuto attivare il meccanismo previsto dall’articolo 116 del codice di procedura penale e quindi acquisire in quanto soggetto interessato gli atti rilevanti. Erano atti significativi, decisivi dal mio punto di vista che il collegio giudicante non aveva potuto valutare all’epoca e che la procura federale non aveva potuto portare a sostegno dell’accusa. Non c’è nessuna norma che determina incompatibilità tra il collegio che ha deciso in sede d’appello con il collegio che deve decidere la revocazione. L’altra questione riguarda il fatto che a Torino si svolga solo l’udienza preliminare. Non esiste nessun tipo di pregiudizialità tra il giudizio sportivo e il giudizio penale. Per ragioni di speditezza e celerità che il giudizio sportivo ha ma soprattutto per gli standard probatori richiesti dal giudizio sportivo a fronte di quello penale, il giudizio sportivo va con i propri tempi e le proprie logiche e non deve attendere quello penale. Quindi quello che si valuta sono le carte, non gli esiti. E quelle carte provano dal mio punto di vista che quelle plusvalenze che hanno determinato una sistemazione del bilancio erano plusvalenze non reali perché cioò che serviva era un valore a cui poi veniva associato un calciatore. In questo caso abbiamo la prova provata che il valore dato è un valore che era fantasioso e che era funzionale ad obbiettivi di tipo fraudolento, come mettere a posto un bilancio a fronte di sofferenze significative”

SULLA MANCANZA DI UNA CONSULENZA TECNICA NEL PROCESSO – “Non vedo che tipo di consulenza tecnica si possa fare in merito al valore di un calciatore. In questo caso l’unica prova è rappresentata dalle intercettazioni rispetto alle quali rispetto a determinate operazioni ci sono delle vere e proprie confessioni in ordine alla falsità del valore attribuito a cui poi vanno accoppiate le risultanze delle perquisizioni che hanno fatto rinvenire una serie di documenti da cui si dimostra la fraudolenza delle operazioni. Funzionamento delle istituzioni sportive? C’è molto da lavorare, anche in termine di organizzazione. Ma ciò attiene ad una ristrutturazione complessiva delle istituzioni sportive che dal mio punto di vista è una necessità. Ma ciò non toglie che il giudizio sportivo nei confronti della Juventus si è svolto nel rispetto delle regole attualmente esistenti.  

SUL RISCHIO DI SERIE B DELLA JUVENTUS – “Secondo me si per due fattori. Per l’entità della manovra stipendi. Parliamo di 60 milioni. Sanzioni elevatissime sia pecuniarie, si parla di un triplo del valore degli stipendi non pagati, e che penalizzazioni. Poi secondo me peserà l’effetto recidiva. La Juve si troverebbe a dover rispondere ad un terzo fatto dal 2006 in poi. Anche il fattore recidivo dal mio punto di vista dovrebbe essere considerato”

SULLA QUESTIONE STIPENDI – “Non mi esprimo sul processo penale. Sugli stipendi sono gli stessi protagonisti che hanno affermato che non si trattava di una rinuncia ma di una postergazione del loro pagamento effettuato non nell’ambito di carte federali come previsto dall’ordinamento ma nell’ambito di scritture private. Se sono gli stessi protagonisti a dire che l’operazione era artificiosa non vedo come si possa ritenere lecita”

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