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Mondiale 2030, Italia paese organizzatore? Perché è saltato l’accordo

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L’Italia era una candidata per il Mondiale 2030 con l’Arabia Saudita e tanto di video-promo pronto. Il Sole 24ore svela cos’è andato storto.

L’Italia non si qualifica al Mondiale già da 2 edizioni, ma nel 2030 avrebbe potuto eludere l’ostacolo delle qualificazioni. Come? Nell’unico altro modo possibile che non sia qualificarsi sul campo, ovvero essere il paese ospitante del torneo. La proposta infatti è stata vagliata non ieri ma già nei primi tempi della pandemia, 2020 per l’esattezza, ma i dettagli più rilevanti sono emersi grazie al quotidiano Il Sole 24 Ore, soltanto oggi. Ricostruiamo la vicenda dal principio fino all’epilogo.

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Tifosi della Nazionale al Colosseo di Roma. (TvPlay.it)

Le prime voci sulla candidatura di Italia e Arabia Saudita per ospitare il Mondiale 2030 risalgono alla metà del mese di luglio del 2021. Erano stati nientemeno che il New York Times, seguito dal sito inglese The Athletic a diffondere l’indiscrezione. Tuttavia in Italia già si parlava di FIGC più interessata in realtà all’Europeo 2028.

Non solo quindi l’ultima Supercoppa Italiana o l’edizione 2019. Il piano di collaborazione calcistica tra l’Italia ed il paese arabo prevedevano un progetto molto più ambizioso, il Mondiale, per il quale erano venuti a Roma per parlarne anche Gianni Infantino e i vertici del calcio arabo. Il pressing effettuato sull’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e Gabriele Gravina, già Presidente della FIGC.

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La candidatura, sebbene non sia mai stata resa ufficiale, c’era ed era quindi fortemente sponsorizzata dalla FIFA, in barba alla candidatura “Europea”, Spagna-Portogallo-Ucraina, supportata invece dal presidente dell’UEFA Ceferin. Gravina, che invece puntava all’Europeo 2028, conscio della posizione dell’UEFA era rimasto più attendista, mentre Conte era decisamente più incline.

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La Champions League fuori del Colosseo in occasione della finale 2009 a Roma. (TvPlay.it)

Messe da parte anche le remore del Movimento 5 Stelle, che in passato si resero protagonisti della bocciatura della candidatura per le Olimpiadi a Roma, il Mondiale in Italia avrebbe avuto una svolta in più. Tra gli intenti dichiarati degli arabi c’è lo sviluppo massivo del calcio e all’Italia in particolare è stato chiesto di avere un ruolo. Nello specifico l’Arabia Saudita vorrebbe accedere al know-how italiano per la formazione di dirigenti, allenatori e altre figure chiave per far crescere il loro calcio.

In cambio avrebbero coperto i costi per le infrastrutture e di vari altri investimenti necessari per ospitare un evento come il Mondiale. Sembrava tutto perfetto quindi e di fatto c’era anche già un video-promo per il lancio della candidatura. Il problema però è stato un altro. Dalla prossima edizione infatti è previsto che i paesi ospitanti siano 3, infatti nel 2026 sarà la volta di Canada, Stati Uniti e Messico. Il terzo paese con Italia e Arabia Saudita sarebbe dovuto essere l’Egitto.

Cosa ha fatto saltare tutto

Un video con un pallone che viene calciato da La Mecca e arriva fino a Luxor, nella valle dei faraoni. All’ombra delle sfingi un altro calciatore colpisce al volo la sfera e la spedisce fin dentro al Colosseo. Sarebbe stato questo il video per promuovere la candidatura del Mondiale 2030 in Italia-Arabia Saudita-Egitto. Qualcosa però è andato storto. Nel 2020 i rapporti tra Italia e Egitto erano ancora tesi per la non collaborazione del paese nordafricano nelle indagini per l’omicidio di Giulio Regeni, ma non solo.

Di lì a poco un altro caso diplomatico avrebbe minato un’ipotetica collaborazione, l’arresto dello studente egiziano, ma residente a Bologna Patrick Zaky. Troppo per far finta di nulla e rischiare dunque una figuraccia di fronte all’opinione pubblica. Ecco quindi che le comprensibili titubanze italiane portano la FIFA a rivedere l’idea, non più Italia bensì Grecia.

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