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Robinho, condanna per aggressione sessuale: la novità può cambiare la sentenza

Robinho, la novità sul caso stupro

Robinho è stato condannato a nove anni di reclusione a causa di un’aggressione sessuale a Milano: la novità che può cambiare la sentenza.

Il caso giudiziario che ha coinvolto Robinho potrebbe subire un altro colpo di scena. L’ex attaccante brasiliano, condannato in via definitiva a nove anni di reclusione per un’aggressione sessuale, non è sicuro vada in prigione. O meglio la situazione è in continua evoluzione e l’ultima notizia avrebbe quasi del clamoroso.

Robinho, la novità sul caso stupro
Robinho, come può cambiare la condanna per violenza sessuale (TvPlay.it)

La brutta storia che ha coinvolto Robinho continua ad avere nuovi aggiornamenti. L’ultimo arriva dal Brasile dove si trova attualmente, a piede libero, l’ex fantasista del Milan. Quest’ultimo nel 2017 ha ricevuto una pena di nove anni per aver violentato una ragazza albanese a gennaio 2013, nel periodo in cui indossava la maglia rossonera.

Robinho, colpo di scena dal Brasile: la notizia è incredibile

Il caso Robinho si infittisce sempre di più e non dovrà più occuparsene la giustizia italiana. E’ quello emerso dall’ultima relazione della Procura federale locale in un parere inviato al Tribunale superiore di giustizia, omologo della nostra Corte di Cassazione. Nel documento, firmato dal procuratore da Carlos Frederico Santos si legge: “Non sussistono restrizioni al trasferimento dell’esecuzione della pena inflitta ai due nativi brasiliani. Per questo, l’imputato Robinho deve essere convocato per partecipare al procedimento”.

Robinho, come può cambiare la sentenza
Robinho, colpo di scena: la notizia dal Brasile (TvPlay.it)

Nel 2020 il 39enne brasiliano, per sfuggire anche alle accuse, era rientrato in patria al Santos accettando un compenso da 230 euro al mese, ma era stato licenziato nel giro di qualche mese. Oggi la sua carriera è per ovvie ragioni conclusa perché deve ancora capire se prossimamente andrà in carcere.

Il suo paese, sulla base dell’articolo 5 della Costituzione brasiliana, ha negato l’estradizione all’Italia. Ora toccherà il compito passa nelle mani delle autorità brasiliane che devono decidere se omologare o meno la sentenza. In caso affermativo l’ex calciatore, come l’amico Falco, potrebbe scontare la pena in Brasile.

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