Roberto De Zerbi a 360 gradi, dalla guerra in Ucraina alla panchina del Brighton: ecco la verità sul suo ritorno in Serie A
“Si chiude una porta e si apre un portone” recita un noto proverbio che sintetizza come meglio non si potrebbe quanto accaduto in meno di 12 mesi al tecnico Roberto De Zerbi. Lo scoppio della guerra in Ucraina in conseguenza della brutale e scellerata invasione da parte della Russia ha posto termine all’avventura del tecnico bresciano sulla panchina dello Shakhtar Donetsk cui era approdato dopo gli ottimi risultati alla guida del Sassuolo.
Un brusco stop che avrebbe potuto tarpare le ali al giovane (ha 43 anni) e in ascesa tecnico bresciano. Invece, il caso talvolta si diverte a mescolare le carte incastrando i destini delle persone come le tessere di un puzzle: il benservito del Chelsea, lo scorso 7 settembre, a Thomas Tuchel, il tecnico della seconda Champions League dei londinesi, ha spinto i blues a virare su Graham Potter che in quel momento sedeva sulla panchina del Brighton che a sua volta ha deciso di scommettere proprio su Roberto De Zerbi.
De Zerbi: “Il Brighton è la squadra giusta”
Una scommessa più che vinta. Sotto la guida dell’ex tecnico del Sassuolo i “Seagulls” (i “gabbiani”, nomignolo dei calciatori del Brighton) stanno vivendo la loro migliore stagione di sempre: hanno appena conquistato l’accesso in semifinale di FA Cup e sono in corsa per un storica qualificazione in Europa. Attualmente il Brighton è sesto in classifica, in coabitazione con il Liverpool, a quota 42 punti, posizione che se venisse confermata al termine della Premier migliorerebbe il 9 posto della scorsa stagione, il miglior piazzamento di sempre dei Seagulls nel massimo campionato inglese.
Non solo. Risultati che vengono coniugati con una cifra estetica del gioco tanto che nell’Inghilterra calcistica tutti sono pazzi per il “De Zerbi ball“. D’altronde, lo stesso tecnico bresciano, nell’intervista concessa a “La Gazzetta dello Sport”, ha ammesso che “Brighton è la squadra giusta perché è una società snella dove si lavora bene, con la libertà di fare quello che voglio e quello di cui ho bisogno, la squadra che più mi somiglia, quella in cui mi riconosco più caratterialmente, quella con cui ho avuto più rapporto umano, più sintonia”.
Insomma, è scoppiato l’amore tra De Zerbi e il Brighton così come “con il calcio inglese è stato un colpo di fulmine“, ecco perché, dopo aver rifiutato diverse proposte di club della Serie A la scorsa primavera, dopo la sua esperienza in Premier League nel futuro del tecnico bresciano non c’è il ritorno nel Bel Paese bensì l’avventura in un altro campionato straniero.
