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Robinho in caduta libera: resta in carcere in Brasile, il motivo è sconvolgente

Robinho, l’ex Milan costretto alla detenzione per stupro. Il brasiliano resta in patria e potrebbe scontare il carcere lì senza estradizione.

Robinho continua a far parlare di sé. L’ex calciatore ha cambiato vita nove anni fa quando venne condannato per stupro ai danni di una ragazza in un locale di Milano. Da allora è rifugiato, come uomo libero, in Brasile. La “sosta”, tuttavia, sarebbe finita perchè – stando a quanto riporterebbe A Bola, l’ex attaccante di Milan e Real Madrid ha ricevuto una misura cautelare che lo costringerebbe a non lasciare il Paese.

La novità del governo sulla condanna per stupro a Robinho – TvPlay.it

La gravità della vicenda impone una situazione più dura con cui fare i conti: niente estradizione in Italia, dunque, dovendo effettuare la riconsegna del passaporto entro 5 giorni. Si teme la fuga dal Brasile. Lo Stato Italiano consegnerà tutta la documentazione – con gli atti processuali completi – alle autorità brasiliane e si procederà con la detenzione. Senza nessuna possibile alternativa. Al netto della possibile buona condotta, ma ci vorrà tempo e modi prima di ottenere qualche permesso.

Robinho in carcere: la condanna dall’Italia al Brasile

Ora l’ex Milan deve incassare. Una situazione incredibile che porta un ex campione a rivedere le sue priorità. La Giustizia ha fatto il suo corso e non ci sono alternative. Le carceri brasiliane, poi, non sono così leggere. Da nessuna parte il carcere è piacevole, ma la severità in certi ambienti e oltre determinati confini è nota. Ne sa qualcosa Dani Alves che, come il collega, sta scontando la reclusione a causa di una violenza sessuale. Lui non può lasciare la Spagna: le autorità catalane – è detenuto a Rians, a pochi chilometri da Barcellona – temono che possa raggiungere il Brasile.

Il futuro dell’ex Milan – TvPlay.it

Robinho, invece, non deve lasciarlo. Queste le indicazioni: così diverse, ma complementari e alquanto vincolanti. Nessuno intende abbassare la guardia. Saranno sorvegliati a vista: Robinho avrebbe pianto, Dani Alves si sarebbe agitato. Chi non lo sarebbe in carcere? Ora si apre un’altra prospettiva: quella delle libertà negate. Inizialmente credi di poterci fare l’abitudine, ma poi un senso di oppressione ti assale. Per questo evitare di farli fuggire è l’unica soluzione. Spagna e Brasile legati a doppio filo, un filamento oscuro che attraversa le coscienze e pungola nella realtà odierna. Dove non c’è spazio per ripensamenti, forse per i rimorsi. Robinho e Dani Alves ne hanno più di qualcuno.

Andrea Desideri

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