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LO MONACO: “ESTROMETTIAMO DAL CAMPIONATO CHI FA PLUSVALENZE FITTIZIE”

Pietro Lo Monaco su Juventus e Napoli

Pietro Lo Monaco, direttore sportivo, è intervenuto ai microfoni di TVPLAY_CMIT.

Pietro Lo Monaco su Juventus e Napoli
Pietro Lo Monaco parla del caso plusvalenze (Ansa Foto)

“IL PROBLEMA DELLE PLUSVALENZE PER ME È UNA BOIATA” – “Per esempio, Bonucci avrebbe dovuto fare un passo indietro da qualche annetto. Il problema è che Bonucci è un giocatore dominante. Quando gioca lui domina, nel senso che è un’attrattiva per i compagni perché quello che percepisce lo trasmette ai compagni. Ha fatto bene Chiellini, quando ha capito che era alla frutta ha fatto spazio, cosa che non ha fatto Bonucci. Un allenatore che si ritrova Bonucci in squadra, voi pensate che lo tenga fuori. Il problema della Juve degli ultimi anni sono state le campagne acquisti, dove sono arrivati calciatori discreti non da Juventus. Il discorso delle plusvalenze è una grande boiata, 15 punti non ci stanno assolutamente. E’ un giustizialismo perché in Italia le plusvalenze le abbiamo messe dal ’90, in questi anni l’Italia ha fatto ben 700 milioni di plusvalenze senza che nessuna società venisse sanzionata perché in Italia non è prevista la sanzione. Vorrei capire come si fa a dare una sanzione del genere. Io dico, mettiamole queste sanzioni, così chi dalla prossima volta fa delle plusvalenze fittizie paga con l’estromissione dal campionato. Buttiamo fango sul nostro campionato, poi in Inghilterra ne succedono di ogni, idem in Spagna. In Italia ci sono delle società virtuose come Napoli, Atalanta e Udinese che fanno un calcio sano e sostenibile. Ora stanno raccogliendo anche i loro successi e io sono felicissimo. Rispetto a Calciopoli, lo scandalo successo a Barcellona passerà tutto in seconda battuta. E dico di più. Ogni volta che ci sono scandali del genere ci sono dei colpi a livello di immagine che si riflettono sulle entrate in maniera pesantissima. L’Italia a incamerare i diritti televisivi oggi è quarta, non appena 7/8 anni fa era seconda. Rispetto all’Inghilterra prendiamo troppo poco. Sono cifre pazzesche tra due tipi di calcio che sono sicuramente differenti a livello scenico, ma non hanno poi tutto questo divario”.

“PER IL NAPOLI HO TERMINATO GLI AGGETTIVI, ESPRIME IL MIGLIOR CALCIO D’EUROPA” – “Per il Napoli si sono sprecati ormai tutti gli aggettivi. Questa squadra ha tirato fuori un prodotto incredibile. La società ha lavorato benissimo e ha ringiovanito la rosa. Ha abbassato i costi ed è riuscita a ottenere e creare una squadra che esprime il miglior gioco in Europa. La squadra ha un allenatore che sta dimostrando di essere un vincente. Spalletti ha sempre raggiunto i suoi obiettivi e con gli azzurri lo sta riconfermando attraverso il gioco e valorizzando il patrimonio dei calciatori. La società ha operato bene, Giuntoli e i suoi uomini hanno fatto un grandissimo lavoro coordinati dalla proprietà che ha dimostrato lungimiranza. Il presidente del Napoli ha dimostrato che conduce la società con mano ferma e la conduce attraverso dei campi accessibili. Non si poteva chiedere di meglio”.

“NELLE DIFFICOLTA’ LA JUVENTUS È STATA COSTRETTA A FAR GIOCARE GIOVANI INTERESSANTI” – “Intanto cominciamo con dire una cosa. Nella difficoltà, penalizzazioni e altro, una nota positiva c’è. La Juve è stata costretta a far giocare tanti giovani interessanti. Ci sono tanti ragazzi che hanno delle ottime potenzialità. In virtù del casino che si sta creando e della possibile estromissione dal calcio europeo, migliore occasione per tentare una nuova organizzazione non c’è. Scalvini dell’Atalanta è un ottimo profilo Baldanzi è un altro calciatore di un certo livello. Pafundi dell’Udinese, classe 2006, ha un grandissimo talento. La Juve ha l’occasione per virare a 360° e cercare di ripartire con una nuova organizzazione”.

“FAGIOLI E MIRETTI LI VEDO BENISSIMO IN NAZIONALE MAGGIORE” – “Fagioli e Miretti li vedo benissimo in nazionale maggiore. Io credo che la nazionale si trovi in una situazione delicata dove deve cercare di sposare un rinnovamento e cercare delle conferme per raggiungere la qualificazione agli europei. Vedere giocare Toloi in una partita e Scalvini in un’altra fa la differenza. Scalvini è il futuro. Ritornando alla Juve, ogni maglia ha il suo peso specifico. Bisogna dare modo e tempo ai giovani di trovare il loro spazio. Giocare alla Juve è un conto, giocare in piazze come Sassuolo è un altro. I giovani devono avere fiducia da parte di quelle figure che credono in loro”.

“COME RETEGUI IN ITALIA CE NE SONO TANTI” – “Il Sud America è pieno di talento. In Brasile, dove fanno milioni di abitanti, pensate quanti calciatori e ragazzi di talento producono e tirano fuori. Io dico sempre una cosa, e ritorno al discorso che fa riferimento alla domanda che mi avete posto, in Italia Retegui è arrivato attraverso un gioco legittimo. Lo fanno la Germania, la Spagna o la Francia. Se andate a guardare l’Argentina, faccio riferimento ai fratelli Carbone che ho portato all’Inter, Valentin Carbone è un 2005 ed è stato convocato dall’albiceleste in nazionale maggiore. Se andiamo a beccare i talenti, allora tanto di cappello. Retegui è un buon giocatore ma non un crack. Come questo attaccante abbiamo tanti calciatori in Italia. Non è un fuoriclasse ma è un buon attaccante. Retegui verrà in Europa a giocare e sarà un calciatore come tanti. Bisogna portare a casa i talenti non i calciatori normali. Non mi si dica che in Italia dobbiamo giocare con Toloi mentre abbiamo giovani come Scalvini. Bisogna avere il coraggio di farli giocare. Bisogna avere il coraggio della rivoluzione. 

“BARRIENTOS AVEVA L’ANIMO DEL COMBATTENTE” – “Per descrivere il Pitu Barrientos posso raccontarvi questo episodio. La nazionale under 20 dell’Argentina, dove i numeri di maglia hanno il loro valore, il 10 è la figura della squadra. In genere quella maglia la danno al calciatore più rappresentativo. La nazionale argentina under 20 dell’epoca aveva come numero 10 Barrientos e il numero 11 era Leo Messi. Io ho preso il calciatore infortunato dalla Russia e lo definivo ‘il calcio’. Io l’ho tenuto quasi un anno fermo poi ha sempre giocato. Ha esordito a Lecce in un Lecce-Catania terminato 0-1 con un suo gol. In Argentina è tornato dopo. Lui è stato un calciatore falcidiato da mille infortuni. Aveva l’animo del combattente. Tecnica allo stato puro, ogni tanto faceva delle giocate che mettevano in difficoltà anche i suoi stessi compagni. L’intesa con il Papu Gomez era qualcosa di bello da vedere”.

 

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