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Italia, Mancini al capolinea: perché Europeo e Mondiale 2026 sono a rischio

Mancini

L’Italia di Mancini è in decadenza totale: ecco perché questa Italia oggi rischia di non qualificarsi al Mondiale e all’Europeo e perché c’è bisogno di una svolta.

L’Italia di Mancini ha un problema e questo si chiama forse proprio Mancini. Le parole di ieri del tecnico azzurro, che facevano riferimento ad un errore nel cambio di modulo, hanno forse sottolineato ancora una volta come ad oggi il CT azzurro non stia forse realmente capendo il problema della nazionale.

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Italia, Mancini al capolinea: perché Europeo e Mondiale 2026 sono a rischio – (LaPresse, TvPlay)

La sconfitta con la Spagna non rappresenta un problema irreparabile per quanto concerne la prestazione fatta, anzi, sarebbe opportuno ammettere come gli azzurri visti contro gli iberici abbiano addirittura giocato meglio rispetto a quelli che eliminarono Luis Enrique ai rigori nell’ultimo Europeo, poi vinto.

Il vero caos è Roberto Mancini? Cosa succede

Il vero caos è a monte: la selezione vista in semifinale di Nations League ancora non ha capito cosa vuol fare da grande. Difensivamente parlando, il calciatore fra i tre titolari che più promette un futuro roseo è Toloi, il più giovane, che ha però una carta d’identità pesante ben 32 anni. Gli altri due sono Acerbi e Bonucci, ambedue over 35, che certamente nei prossimi anni lasceranno il calcio.

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Italia, Mancini al capolinea: perché Europeo e Mondiale 2026 sono a rischio – (LaPresse, TvPlay)

Niente Gatti, ne Romagnoli. Neppure un Mancini o Casale. Nessuno Scalvini, sebbene questo abbia la giustificazione di esser stato convocato all’Europeo di categoria. Eppure la sensazione, visti anche i precedenti, è che senza la competizione imminente, comunque il centrale dell’Atalanta avrebbe fatto fatica a trovare spazio.

E i 90 minuti di panchina di Gnonto e Retegui, due calciatori sponsorizzati in prima persona da Roberto Mancini, non possono essere una formalità. Non può essere accettabile che ancora si ha paura di lanciare giocatori meno esperti perché difronte ci si trova la Spagna, che nel frattempo fa la voce grossa con i Gavi, i Pedri e gli Ansu Fati.

E la ragione ci viene data da Frattesi, il più giovane degli undici titolari, ma che, perdendo cinque minuti per controllare la situazione anagrafica, ha già compiuto 23 anni e risulta esser migliore nella notte olandese. La sensazione vera e propria è che il tempo di aspettare è scaduto: dopo la prima deblacle di Giampiero Ventura e la sconfitta con la Macedonia del Nord di Mancini, Euro 2026 in Germania deve essere semplicemente un test, indiscutibilmente probante, per una nazionale che deve andare al Mondiale.

Ma la vera domanda è la seguente: come si può pensare di arrivare pronti al Mondiale se si tira avanti con un progetto di questo tipo? Il giorno che darà il via alle danze di America 2026, la linea difensiva di ieri avrà esattamente 35, 39 e 39 anni. Il centravanti 36, i terzini 33 e 32.

La sensazione è quasi quella di esser rimasti intrappolati in un vortice spazio-temporale del 2021, che non concede la possibilità di procedere a favore del futuro. Giocatori come (per l’appunto) Scalvini e Gatti in difesa, ma anche Udogie e Parisi sulla sinistra, Bastoni e Tonali, Locatelli e Dimarco, e ancora Raspadori, Scamacca, Baldanzi, Rovella, Fagioli, Miretti e perché no i nuovi Retegui, Gnonto e Ricci dimostrano come agli azzurri le qualità non manchino, ma che in questo momento c’è solo tanta paura nel metterle in campo.

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