Funerali D’Amico, il ricordo di Cataldi: “Giusto essere qui per rendergli omaggio”. Il centrocampista biancoceleste era presente alle esequie
La Lazio ha reso omaggio a quello che con ogni probabilità è stato il calciatore più rappresentativo di tutti i tempi. Si sono tenute nella mattinata di martedì le esequie di Vincenzo D’Amico, l’ex fantasista che ha dedicato l’intera carriera alla sua squadra del cuore.
Un campione vero, D’Amico, dentro e fuori dal campo, un uomo che lascia un patrimonio di ricordi unici in tutti quelli che lo hanno conosciuto. E che oggi ha ricevuto l’ultimo saluto dai tantissimi tifosi, non solo laziali, che hanno voluto salutarlo per l’ultima volta. Tanti gli aneddoti di ex compagni di squadra come Bruno Giordano, Oddi, Agostinelli e altri che hanno condiviso con lui stagioni e momenti irripetibili.
Presenti alla cerimonia funebre anche alcuni degli attuali giocatori che compongono la rosa biancoceleste che del D’Amico giocatore hanno solo sentito parlare, soprattutto per questioni di età. Uno di questi è Danilo Cataldi, ventinovenne centrocampista anche lui cresciuto nel settore giovanile biancoceleste e anche lui sincero tifoso della Lazio. Cataldi, all’uscita dalla chiesa del quartiere romano di Ponte Milvio in cui si sono svolti i funerali, ha risposto alle domande dei tanti cronisti presenti.
“Purtroppo non ho mai visto giocare D’Amico, del resto quando sono nato lui aveva già smesso. Però ho visto qualche video e soprattutto mi sono fatto raccontare da chi ha avuto il piacere di frequentarlo com’era sia in campo che fuori. Il giocatore è indiscutibile, da quello che potuto vedere era dotato di una classe incredibile. Ma forse l’uomo era ancora superiore al calciatore“. Appare visibilmente commosso, Cataldi, in un certo senso quasi frastornato. Ed è forse inevitabile che sia così.
Cataldi ha poi svelato un curioso e divertente retroscena che rivela uno degli aspetti più significativi della personalità dell’ex campione di Latina: “Ho chiesto al nostro Maurizio Manzini (storico team manager della Lazio da oltre quarant’anni) che tipo fosse Vincenzo. Mi ha risposto di non averlo mai visto una sola volta serio. Era davvero una grande persona e un simbolo della lazialità, è stato doveroso rendergli omaggio“. E si può aggiungere che l’omaggio più grande che si possa fare a uno come Vincenzo D’Amico consiste nel ricordarsi di lui sempre e per sempre.
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