Il CT della nazionale italiana Luciano Spalletti ha preso la sua decisione su chi sarà a difendere i pali azzurri contro l’Ucraina.
L’esordio sulla panchina della nazionale azzurra dell’ex allenatore del Napoli Luciano Spalletti sarebbe potuto essere molto migliore, almeno dal punto di vista del risultato. Invece il vantaggio messo a segno dal nuovo capitano Ciro Immobile è stato vanificato dal gol, risultato abbastanza evitabile agli occhi dei più, incassato da Gianluigi Donnarumma.
Il calcio di punizione di Enis Bardhi insaccatosi sul palo difeso dal portiere del PSG ha messo in luce una scarsa reattività da parte del classe ’99 di Castellammare di Stabia. Sull’estremo difensore azzurro si sono quindi abbattute molte critiche e tra i tifosi è iniziato a circolare un certo malumore. Oltre ai commenti però ha preso piede in particolare una corrente di pensiero che invoca un clamoroso cambio nella formazione titolare.
Tra i commenti dei tifosi e non solo in molti auspicano la promozione al ruolo di numero uno azzurro di Guglielmo Vicario. A questo appello il CT Spalletti ha fatto chiarezza sul portiere passato in estate dall’Empoli al Tottenham e l’ex Milan.
Sono stati decisamente tanti i tifosi che dopo l’incertezza di Donnarumma, costata il successo e la rivincita dell’Italia contro la Macedonia, hanno condannato il portiere della nazionale. Ad alimentare le critiche c’è soprattutto il fatto che a sedere in panchina c’è Guglielmo Vicario, considerato più affidabile dell’attuale titolare azzurro.
L’Italia ora non può più permettersi passi falsi e all’indomani del delicato match contro l’Ucraina che si terrà in uno stadio, San Siro, che oltretutto con ogni probabilità non farà sentire sostegno e comprensione a Donnarumma, il dubbio sullo schierare Vicario è arrivato fino alla sala in cui si è tenuta la conferenza stampa di Luciano Spalletti.
Il CT però si è espresso in maniera piuttosto chiara a riguardo. “Donnarumma sarà il titolare – ha chiarito Spalletti – il ruolo del portiere è quello che paga sempre carissimo tutto. A lui in particolare però non viene perdonato di essere un ragazzo prodigio e che brucia le tappe perché gli ha talento, qualità. Viene aspettato al varco per poi andarlo a colpire. È abbastanza normale, si possono commettere errori, se di errore si può parlare e poi verso alcuni ci sono prese di posizione più forti. I ragazzi prodigio come lui devono avere rispetto del talento che gli è stato donato perché poi va migliorato con l’impegno. Solo a quel punto per chi ti guarda diventa più difficile colpirti. Se non lavori sul talento, allora diventa presunzione. Perché lavorandoci vuol dire che non banalizza ciò che gli è stato donato e anche dagli altri otterrà più rispetto“.
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