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Milan, crisi derby: serve un allenatore “ad Inter”

Stefano Pioli, Milan. (ansa-tvplay)

Il Milan di Pioli consacra un ormai conclamato complesso di inferiorità verso dell’Inter con la peggior sconfitta dal 1974. Cause ed effetti.

Sabato è uscito il 5 sulla ruota di Milano, col quinto derby vinto dall’Inter nel 2023 e per giunta col risultato di 5:1. Una sconfitta che per i tifosi milanisti sancisce a tutti gli effetti un complesso di inferiorità che ad oggi è difficile immaginare di poter invertire, o almeno con Stefano Pioli in panchina.

L’allenatore del Milan infatti anche nelle poche volte in cui ha vinto non ha mai davvero convinto. Si vive nel presente però, quindi senza andare a guardare troppo indietro, nonostante il bilancio dell’allenatore parmigiano è al Milan sia comunque di 3 vittorie, 2 pareggi e 9 sconfitte, il confronto recente contro l’Inter di Simone Inzaghi è impietoso soprattutto dal punto di vista tattico.

Le critiche che vengono mosse a Pioli sono infatti soprattutto dal punto di vista della preparazione dei match, sia a livello tattico che mentale. Poi ci sarebbe un discorso a parte da fare sull’aspetto della comunicazione, o forse no. La prima avvisaglia del disastro molti l’hanno avuta alla vigilia. Alla domanda su con l’assenza di Tomori e la presenza di Kjaer il modo di difendere sarebbe cambiato, Pioli risponde quasi stizzito e con incrollabile sicurezza “No. Perché dovrebbe?“. Il resto è stato storia, ma non finisce qui.

Sbagliare è umano, perseverare…

La sindrome che affligge il Milan di Pioli contro l’Inter di Inzaghi è qualcosa di atavico e che sembra nascere da prima ancora che questa sfida valesse il derby della Madonnina. Esaminando altri confronti tra i due, quando il tecnico vice-campione d’Europa era sulla panchina della Lazio, si notano inquietanti somiglianze tra i gol presi dai biancocelesti allora e dall’Inter negli ultimi tempi. Una situazione che sfocia nel paradosso e si presta a psicodrammi per i tifosi, fino a far immaginare che se Inzaghi potesse giocare per tutta la vita contro Pioli sarebbe l’uomo più felice del mondo.

Simone Inzaghi e Stefano Pioli, Inter-Milan. (ansa-tvplay)
Simone Inzaghi e Stefano Pioli, Inter-Milan. (ansa-tvplay)

L’unica volta in cui Pioli ha effettivamente provato qualcosa di diverso fu quando lo scorso anno dopo averne presi 4 dalla Lazio all’Olimpico e 5 dal Sassuolo in casa, si è schierato a specchio nel derby rinunciando completamente a giocare e perdendo soltanto 1:0. Ieri invece è stato eguagliato un record negativo, non solo 5 derby persi di seguito, ma anche uno dei peggiori passivi di sempre. Era dal 2009 infatti che i nerazzurri non davano al Milan 4 gol di scarto e dal 1974 che i rossoneri non incassavano 5 gol dai cugini.

La verità è che Pioli ha un gioco che se ben interpretato è bello e redditizio, ma non contro l’Inter, che oltretutto ha anche una rosa più forte. Capire che non sempre si può imporre il proprio gioco e che le soluzioni che ti possono far vincere a Roma o a Napoli, possono non essere adatte per affrontare i nerazzurri, che sembrano sempre saperne letteralmente una più del Diavolo.

Il ko tattico

Per questo motivo probabilmente farebbe molto bene un bel bagno di umiltà, cosa che il mister rossonero sembra aver smarrito dai festeggiamenti per lo Scudetto. Sabato Inzaghi ha dato a Pioli l’illusione del controllo del gioco per poi colpirlo come e quando voleva. Inghiottendo Giroud e ostruendo spazi a linee di gioco a Leao e Pulisic, permettendo che Calabria venisse dentro al campo lasciando la fascia a Dimarco.

Per non parlare della difesa alta nonostante l’assenza del velocista Tomori e con i precedenti in Bundesliga tra Thuram e Thiaw che pendevano già clamorosamente dalla parte del neo-nerazzurro. Oggi intanto è passato a sorpresa Zlatan Ibrahimovic a Milanello per caricare la squadra, in futuro però la società forse dovrebbe iniziare a considerare un valido supporto per preparare appositamente il derby, come “velatamente” suggerito anche dalla stessa Curva Sud Milano, sperando che in questa stagione ce ne sia soltanto un altro.

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