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Napoli, da Kvara e Osimhen a Lindstrom: i top e flop del 2023

Il 2023 del Napoli è quello dello scudetto: da Kvaratskhelia ed Osimhen a Lindstrom, scopriamo i top e flop dell’anno solare

Il 2023 sarà un anno che resterà indelebile per sempre nella memoria del Napoli e dei suoi tifosi. Gli azzurri hanno portato a casa il terzo scudetto della storia del club, un risultato prestigioso e totalmente inaspettato, viste le premesse di inizio stagione. Ed invece la squadra azzurra, guidata da un superbo Luciano Spalletti in panchina, ha riportato il titolo al Maradona dopo 33 anni di attesa.

Una prima parte di anno più che brillante, quindi, con gli azzurri che hanno completato l’opera iniziata nei primi dello scorso campionato; tra i risultati più prestigiosi impossibile non citare il 5-1 rifilato alla Juve a Fuorigrotta oppure l’1-0 all’Allianz in pieno recupero, a firma di Giacomo Raspadori. Scintillante anche il 3-1 all’Inter da parte di un Napoli già scudettato. È però la notte di Udine del 4 maggio, quella dell’aritmetica del tricolore, a restare marhiata lì sulla pelle, come un tatuaggio.

Di tutt’altro tenore la seconda parte del 2023; le difficoltà della squadra con il nuovo allenatore Garcia, gli stenti in campionato e Champions League, l’esonero del francese e l’arrivo di Mazzarri che al momento non ha raddrizzato la situazione, anzi. Ottavo posto in Serie A, cinque lunghezze dalla quarta piazza, ultima a qualificare per la Champions League, sei sconfitte in 18 giornate ed una fragilità impressionante mostrata fin qui.

Il 2023 del Napoli: i top

Tra i top azzurri impossibile non citare Luciano Spalletti. È probabilmente lui l’artefice principale dello scudetto del Napoli, il condottiero capace di stregare una squadra e condurla verso un traguardo inimmaginabile. Hanno indossato l’elmetto e sguainata la spada i calciatori azzurri, su tutti capitan Giovanni Di Lorenzo, un autentico robot capace di disputare un campionato di altissimo livello.

Khvicha Kvaratskhelia uno dei top del 2023 (Tvplay)

Da destra a sinistra, il Napoli ha riscoperto quanto sia fondamentale Mario Rui, il “Professore” come lo definiva Spalletti. Il terzino sinistro ha creato un’asse con Kvaratskhelia magnifico, una delle chiavi del successo azzurro. Già, il georgiano, arrivato per 10 milioni di euro e capace di incantare il campionato intero, diventando Mvp dello scorso torneo.

Doppia-doppia per Kvara ed a beneficiarne è stato anche Victor Osimhen, capocannoniere dello scorso torneo e fresco Pallon d’Oro africano, per un anno da incorniciare. Tra i top, però, se tutta la squadra è stata egregia, di sicuro non possono non essere menzionati il cervello degli azzurri, Lobotka, regista magnifico della squadra con accanto Zielinski ed Anguissa, e Kim, il perno della retroguardia partenopea.

Il 2023 del Napoli: i flop

I flop azzurri vanno ricercati soprattutto nella seconda parte dell’anno solare, quello disastroso fin qui. Va di certo annoverato Rudi Garcia; il tecnico francese non è riuscito a conquistare la squadra ed i risultati ne sono stati la prova. Esonerato a metà novembre, i partenopei erano quarti in classifica ad una distanza già ampia dall’Inter capolista.

E fin qui non ha dato la svolta Walter Mazzarri, pure lui “dietro la lavagna”. In sei gare di campionato, due vittorie – contro Atalanta e Cagliari – un pari con il Monza e tre sconfitte per una media inferiore a quella di Garcia, con la squadra scivolata all’ottavo posto. Non va però dimenticata anche la qualificazione agli ottavi di Champions League.

Se i due tecnici sono finiti inevitabilmente tra i flop, tra i cattivi va menzionato anche Rrahmani, forse uno dei simboli dell’involuzione azzurra nella seconda parte di stagione. Insieme a lui Mathias Olivera che, sistematicamente preferito a Mario Rui da Garcia, non ha mai offeto prestazioni degne di tal nome.

Il mercato estivo ha poi portato il flop di Lindstrom; l’acquisto più oneroso della sessione ha fin qui giocato con il contagocce, proprio come Cajuste, decisamente da rivedere. Bocciati anche Zanoli, Gaetano e Zerbin, i “giovani” che non hanno dimostrato il loro valore e destinati alla partenza nel mese di gennaio. Chi invece ha lasciato Napoli è stato Bereszynski, una meteora arrivata a gennaio ed andata via a giugno senza lasciare tracce.

Giancarlo Spinazzola

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