Chiuse le indagini per quanto riguarda l’affare che ha portato Osimhen al Napoli, l’accusa della procura verso De Laurentiis è pesantissima.
Il Napoli dopo i grandi e legittimi festeggiamenti per la vittoria di uno Scudetto che mancava da oltre tre decadi è entrato in una spirale di negatività che arriva sempre da più fronti. Non sono bastati infatti gli addii di alcuni dei principali artefici del successo in campionato, da Kim a Spalletti passando per Giuntoli, adesso infatti è tornata alla carica anche la procura.
Già dalla fine della scorsa stagione il Napoli e Osimhen si sono sentiti mettere in discussione, dapprima con le voci di mercato che si erano fatte sempre più intense nel corso dell’estate e che volevano il centravanti, nonché capocannoniere, nigeriano come oggetto del desiderio di diversi top club europei pronti a strapparlo al club partenopeo e alla Serie A.
Il rapporto tra i campani e il bomber, attualmente impegnato in Coppa d’Africa, aveva infatti vissuto dei momenti decisamente non buoni anche in determinate fasi della trattativa per il rinnovo del contratto. Nel mezzo il pasticcio social con i video di TikTok che avevano mandato su tutte le furie il suo procuratore, fino alla discussa vicenda legata alla “licenza speciale” per restare in Nigeria durante il recupero dall’infortunio. Adesso però a rischiare di incorrere in nuovi guai è il presidente De Laurentiis, dopo che la Procura di Roma ha chiuso le indagini e si è pronunciata sull’acquisto dell’attaccante.
Affare Osimhen-Napoli, De Laurentiis è accusato di falso in bilancio
I magistrati della Procura di Roma hanno oggi dichiarato chiusa l’indagine nei confronti di Aurelio De Laurentiis, sotto inchiesta insieme anche ad altri componenti dell’organigramma del club campano nell’ambito dell’affare inerente all’acquisto del capocannoniere della stagione scorsa di Serie A, Victor Osimhen. Per il patron del Napoli l’accusa è dunque di falso in bilancio.
Le indagini condotte da parte della giustizia ordinaria vertevano sull’accertare presunte plusvalenze fittizie che nel 2020 avevano reso possibile l’approdo in azzurro dell’attaccante africano. L’inchiesta era stata spostata ad agosto scorso dalla Procura del capoluogo campano a quella di Roma, dal momento in cui il bilancio della Società Sportiva Calcio Napoli era stato approvato nella Capitale.
L’affare con il Lille era stato definito per una cifra di poco più di 71 milioni euro, di cui il Napoli però versò 50 milioni direttamente nelle casse del club francese. I restanti 21 milioni invece furono frutto delle valutazioni dei cartellini delle contropartite arrivate in Francia, quindi il portiere greco Karnezis, più altri tre giovani calciatori, Liguori, Manzi e Palmieri che però sono misteriosamente scomparsi, calcisticamente parlando.