Le intercettazioni telefoniche rivelano ai pm nuovi preziosi dettagli sul modus operandi dei dirigenti della Juventus sul caso plusvalenze.
Il processo alla Juventus derivato dall’inchiesta sulla manovra stipendi e le plusvalenze, si arricchisce di nuovi particolari che potrebbero ulteriormente aggravare la posizione degli ex-dirigenti bianconeri e non solo. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera infatti esisteva un modus operandi, quello sbandierato senza mezzi termini anche dagli stessi dirigenti juventini del quale, stando ai commenti dei pm, tutti sembravano essere a conoscenza.
Nella richiesta di rinvio a giudizio per la Juventus e gli altri 12 indagati, i pm di Torino hanno accusato la dirigenza bianconera di aver diffuso “notizie false circa la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società” e di aver esposto “consapevolmente fatti materiali non rispondenti al vero”.
Nella richiesta di misure cautelari di ottobre, i magistrati guidati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello, hanno sottolineato come la dirigenza bianconera fosse pienamente a conoscenza della situazione. Lo sarebbe stato anche John Elkann, non indagato, stando all’intercettazione di una telefonata con Agnelli rivelata dal Corriere della Sera. Si parlava soprattutto delle plusvalenze utilizzate secondo i magistrati per “alleggerire” i bilanci alla voce perdite, in modo da non dover ricorrere a sacrifici importanti dal punto di vista sportivo per far quadrare i conti.
Juventus, chi sono gli “esperti a fare trucchetti”
L’evidenza, che ad oggi sembrerebbe apparire piuttosto inappuntabile agli occhi dei pm, prende forma nelle parole che emergono dalle intercettazioni telefoniche. Non è affatto raro infatti sentire commenti che lasciano intuire che certe modalità venivano adottate tutto fuorché eccezionalmente. Emblematico in particolare è il commento di Maurizio Arrivabene, ex-amministratore delegato della Juventus, che riferendosi all’area finanza bianconera commentava “Lì ormai son diventati talmente esperti a fare i trucchetti“.
Dunque non solo Paratici, che ad oggi risulta come la figura di riferimento nel caso plusvalenze. Le manovre finanziarie contestate alla Juventus danno all’accusa motivo di ritenere che non solo queste sarebbero state effettuate per far sì che il club potesse di fatto operare sul mercato, ma che senza di esse non sarebbe neppure potuto restare quotato in borsa.
