Roma, luci a San Siro. Contro il Milan Abraham resta il più atteso: serve un riscatto da parte sua, i numeri dell’ex Chelsea non consolano.
Abraham, la ricreazione è finita. L’ha fatto capire a più riprese Mourinho: serve un’inversione di rotta. Contro il Bologna i primi – timidi – accenni di risveglio e non è un caso se a determinarli è stato colui che aveva chiuso sottotono. Abraham ha salvato la Roma da un gol che sembrava fatto, negando il possibile pari alla squadra rossoblù: bene, ma l’ex Chelsea non fa il difensore. Abraham deve tornare a segnare: essere determinante a modo suo, gonfiando la rete. Ora c’è il Milan. A San Siro per tentare di vincere ancora e recuperare il terreno perduto per dimostrare di esserci.
I giallorossi devono tenere botta. L’obiettivo stagionale (che coincide con il ritorno in Champions League) è alla portata, ma serve equilibrio e presenza. Oltre che una profonda continuità. Tutte cose mancate all’inglese nell’ultimo periodo. Al punto che neanche il CT dell’Inghilterra ha investito su di lui: in Qatar spazio ad altri. Pazienza, perchè a Trigoria le porte restano aperte. Anche se dovrà spalancarle lui, tornando a gonfiare la rete. I numeri di quest’anno registrano una flessione. Trend da cambiare con l’atteggiamento prima ancora che con il fisico. Il problema è mentale, ma come ha detto Mourinho: “Non è un bambino, siamo tutti professionisti. Lui compreso. Preferisco chi sbaglia, ma osa. Abraham deve tornare a osare”.
Roma-Abraham, il Milan per rinascere: i numeri dell’ex Chelsea
Tradotto in cifre significa che, nell’arco di 12 partite (+4 come riserva), 3 gol segnati sono troppo pochi. Specialmente se rapportati ai 26 tiri nello specchio proposti finora. Solo lo scorso anno di reti segnate ne conta 27. 15 passaggi a partita, combinazioni a buon fine per il 75%. Quindi i piedi buoni non mancano: serve la cattiveria sotto porta. Anche qualche metro più indietro, visto che l’assist è solo 1 in campionato sin qui. Insomma Abraham sempre più avulso dalla manovra.
Tendenza da invertire, anche perchè sulle spalle porta il numero 9. Era di un certo Edin Dzeko: lo stesso che all’Inter, oggi, sta facendo il miracolo. Vietato fare paragoni, ma inevitabilmente qualche bilancio balza agli occhi. Per questo la partita di San Siro diventa fondamentale. Un crocevia dalle mille emozioni. Una partita da dentro o fuori: il Diavolo può risvegliare Abraham, visto che con le buone non funziona più. Mourinho aspetta fiducioso, ma è l’ultima chiamata. Poi spazio ad altre soluzioni, Zaniolo permettendo.
