Ad un evento a Firenze, il titolare del dicastero cerca di tutelare chi ha agito bene: “Bisogna avere rispetto per chi ha gestito bene”
Non è un personaggio che si mette a fare polemica perché la cerca sistematicamente anzi fa l’esatto opposto, ma quando parla bisogna starlo a sentore primo perché è il Ministro dello Sport e poi perché è uno che cerca sempre di dare indicazioni e di andare a salvare il salvabile, soprattutto se si parla del mondo del pallone. Un ambiente che conosce bene e che l’ha visto formarsi come dirigente. Ed è uno che da anni cerca di sistemare le cose, tentando di andare in una direzione più chiara e trasparente.
“Bisogna tener conto di una parola che spesso viene trascurata, ovvero rispetto: rispetto delle sentenze, della valutazioni che andranno fatte, rispetto dell’indipendenza dei giudici, rispetto di chi paga tutto e magari non compra un calciatore e quindi magari vede i suoi obiettivi di campionato pregiudicati per una scelta sana…”, parole inequivocabili che non lasciano tanto spazio ad interpretazioni. Ed è proprio quello che cerca di combattere da settimane, a maggior ragione dopo la sentenza della Corte Federale d’Appello.
“Ci dovrà essere una competizione corretta senza che nessuna vada sopra alle proprie aspettative”
La Juventus a giorni depositerà il ricorso presso il Collegio di Garanzia del Coni e spera tanto che la penalizzazione venga rivista e cancellata. Qualche speranza c’è, almeno è su quello su cui fanno affidamento gli avvocati bianconeri. Di sicuro il popolo juventino ci conta, anche perché se qualcuno voleva dimostrare che la Figc avesse il controllo della situazione e potesse assestare il pugno duro, ecco ci sono riusciti, ma adesso è il momento di rivedere alcune cose perché la sentenza in sé appare piuttosto esagerata.
Questo almeno è quello che pensano i tifosi, ed è normale che sia così. Peccato però che a breve verranno chiuse le indagini in Figc sul secondo filone e processo, ossia quello relativo alla manovra degli stipendi. Ma su questo il Ministro Abodi non vuole pronunciarsi anzi ha già detto abbastanza per quelli che sono i suoi canoni: “Come ministro dello Sport attendo e aspetto. Qui al di là di una o due società c’è un sistema che si deve interrogare su come perseguire il fair play, ma anche la competizione corretta che comprende i principi ed i lavori per cui siamo un sistema con delle autonomie. Il calcio gode di alcune autonomie per cui risponde ad alcuni principi anche di lealtà sportiva e di correttezza che probabilmente in passato sono stati trascurati. Io vorrei che tornasse la supremazia di questi valori. Ci sarà un punto di svolta ed al di là di quella che sarà la decisione da domani mi auguro che si cambi registro”.
