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Mourinho sfida la Juve: tutte le frasi dello Special One contro i bianconeri

Mourinho, la storia della rivalità con la Juve

José Mourinho è pronto a vivere un nuovo capitolo della forte rivalità con la Juve: tutti gli episodi che hanno animato questo confronto.

E’ tutto pronto per il big match della 25.a giornata di Serie A che metterà di fronte la Juventus a uno dei suoi principali nemici, ovvero José Mourinho. Una storia di rivalità e provocazione che risale ai tempi dell’Inter quando lo Special One lanciò una serie di frecciate agli “odiati” bianconeri conquistando subito l’amore del popolo nerazzurro.

Mourinho, la storia della rivalità con la Juve
Mourinho, nuova sfida alla Juve: ti ricordi i precedenti (TvPlay.it)

Non doveva essere in panchina, invece alla fine Mourinho vivrà da bordocampo il nuovo capitolo dell’eterna sfida alla Juventus. A poche ore dal calcio d’inizio infatti è stata sospesa la squalifica di due giornate nei suoi confronti dopo l’espulsione rimediata nell’ultimo match contro la Cremonese.

In attesa di capire come andrà a finire il caso Serra, il tecnico portoghese prenderà regolarmente posto all’Olimpico al fianco della squadra cercando di fermare i bianconeri come all’andata. Lo scorso 27 agosto finì 1-1 all’Allianz Stadium ma non si possono dimenticare gli altri precedenti del passato tra dichiarazioni al veleno ed esultanze polemiche.

Mourinho contro la Juve: una storia di sfottò e provocazioni

Da diversi anni ormai non guida più l’Inter ma la rivalità tra Mourinho e Juve è rimasta molto forte anche successivamente. Nel corso degli ultimi anni infatti il tecnico portoghese ha avuto comunque modo di affrontare i bianconeri a cui non è mai stato simpatico e viceversa. Stasera all’Olimpico andrà in scena un’altra battaglia e allora riavvolgiamo il nastro andando a rivivere tutti i precedenti di fuoco.

Mourinho, i precedenti di fuoco con la Juve
Mourinho, tutte le frasi contro la Juve (TvPlay.it)

La prima volta che lo Special One e la Juve si trovarono faccia a faccia è stato il 22 novembre 2008 quando l’Inter si impose 1-0 col gol di Muntari. Una partita anticipata da qualche parola pungente nei confronti di Claudio Ranieri (“E’ troppo vecchio per cambiare mentalità, ha vinto solo una Supercoppa e un’altra piccola coppa”) qualche mese prima.

Nella stessa stagione a marzo ci fu un nuovo show di Mourinho che in conferenza stampa si scatenò con la “prostituzione intelectuale” e “zero tituli” attaccando ancora i suoi rivali. Una stoccata molto pesante: “Non si è parlato della Juve che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali. La Juventus è quella squadra che non potrò mai allenare dopo essere stato sulla panchina dell’Inter”. 

L’anno successivo arriva la prima sconfitta contro i bianconeri (il 5 dicembre 2009) dove si fece espellere dopo 20 minuti per aver applaudito ironicamente l’arbitro Saccani. L’Inter si prende la rivincita ai quarti di Coppa Italia ma anche in quel caso non mancano le polemiche per un rigore a suo modo non concesso per tocco di mano di Felipe Melo: “Una vergogna, è il calcio che chiede quel rigore, non l’Inter. Il guardalinee era a pochi metri, al 45′ si è giocato a pallamano”.

I successivi episodi: esultanze e gesti passati alla storia

La storica stagione del Triplete è contraddistinta da altre frasi provocatorie: “In Italia c’è solo un’area di 25 metri…” e poi quell’irrefrenabile esultanza correndo in campo dopo i gol di Maicon ed Eto’o che il 16 aprile 2010 consegnarono la vittoria ai nerazzurri a San Siro. In seguito, dopo otto anni senza incrociarsi, le loro strade si ritrovano in Europa col portoghese alla guida del Manchester United.

Sono i gironi di Champions League 2018/19 e all’Old Trafford, dopo aver ricevuto i fischi del settore ospite, Mourinho ricorda col gesto delle tre dita la sua più grande impresa: “Loro hanno dei problemi col mio Triplete all’Inter, ma io l’ho vinto e loro non ancora”. Al ritorno poi arriva forse il culmine di questa storia con l’allenatore lusitano che vince in rimonta la sua prima trasferta all’Allianz Stadium e si vendica dell’ostile accoglienza ricevuta portandosi la mano all’orecchio al triplice fischio e scatenando la reazione rabbiosa di Bonucci: “Sono stato insultato per 90 minuti, anche la mia famiglia, io sono venuto qui solo per fare il mio lavoro, niente di più…”.

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