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GAVILLUCCI SUL CASO MAIGNAN: “ANCHE L’UDINESE AVREBBE DOVUTO ABBANDONARE IL CAMPO” – VIDEO

Maignan

L’ex arbitro Gavillucci, che nel 2018 sospese Sampdoria-Napoli per cori razzisti verso Koulibaly, ha parlato in diretta ai microfoni di Tv Play.

“IMMAGINI CHE FANNO MALE” – Assurdo che nel 2024 si parli ancora di queste cose nell’ambito sportivo in cui i valori che si dovrebbero esprimere sono ben altri. Fa male all’uomo e lo sportivo, perché le cose non si scindono.

“MARESCA È STATO IRREPRENSIBILE” – Dal punto di vista degli arbitri hanno raggiunto la consapevolezza che si tratta di un problema serio. Il comportamento sia di Fabio che degli altri ex colleghi a cui sono capitati episodi analoghi l’anno scorso, è stato irreprensibile. Hanno svestito anche i panni dell’arbitro, ho notato Maresca che metteva la mano sulla spalla a Maignan come a dire “Tranquillo, ci sono io. Qualsiasi cosa tu voglia fare la vuoi fare”. Sembra assurdo perché in teoria un giocatore non può allontanarsi senza l’ok dell’arbitro. Grazie però proprio al gesto eclatante noi oggi siamo qui che parliamo di Udinese-Milan, altrimenti quei cori sarebbero scivolati via tra i vari fatti del fine settimana. Invece quel gesto, come quelli eclatanti di Vinicius o del PSG, fa sì che la gente prenda consapevolezza. 

“NEL 2018 TOTALE ASSENZA DELLE ISTITUZIONI CALCISTICHE” – Arbitro non può sospendere la partita in via definitiva, perché quello spetta al responsabile della Forza Pubblica durante la manifestazione sportiva. Quello che ho condannato all’epoca dei fatti che mi videro protagonista fu la totale assenza da parte della istituzioni calcistiche.

“GLI ARBITRI NON POSSONO FARE PIÙ DI COSÌ” – Oggi a differenza del 2018 la condanna è stata univoca. I calciatori si sono comportati in maniera differente e tutti gli attori in causa hanno condannato l’episodio. Io credo che non ci sia nient’altro da fare dal punto di vista del riconoscimento del problema. Ora però bisogna mettere in atto qualcosa che lo eviti. Gli arbitri più di così non possono fare. I calciatori hanno fatto qualcosina ma possono fare di più. I calciatori hanno un potere mediatico immenso e tutti noi facciamo quello che facciamo perché ci sono loro che giocano. Se i calciatori smettono di giocare finisce il circo e lo spettacolo. Mi rivolgo al Ministero dello Sport e spero che mettano in chiaro le regole e le pene. Intanto però anche i giocatori devono fare qualcosa. 

“ENTRAMBE LE SQUADRE SAREBBERO DOVUTE USCIRE” – Quello che ha fatto Maignan lo avrebbero dovuto fare tutti. Se entrambe le squadre fossero uscite e avessero detto “Basta, noi ci fermiamo” le persone allo stadio avrebbero fermato loro in maniera preventiva chi di dovere. Così facendo sarebbe il pubblico stesso a impedire certi comportamenti. A Parigi successe questo, dove tutte e due le squadre hanno scelto di non proseguire la partita. 

“IL RAZZISMO È OVUNQUE MA NEGLI ALTRI PAESI HANNO I MEZZI PER INDIVIDUARE I DEFICIENTI” – Vengo da un’esperienza inglese e posso dirti che i razzisti non ci sono solo in Italia. Ci sono anche in Inghilterra, in Spagna e in Francia. La differenza sta nell’approccio di come si affronta il problema. In America di più, ma anche in Inghilterra, dove quei due deficienti di individuano in un quarto d’ora, prima che finisca la partita. Oggi ci sono gli strumenti per fare questo.  

“PASSAGGIO OBBLIGATORIO, ALTRIMENTI IL CALCIO ITALIANO È MORTO” – Non condanno le società. L’Udinese è un fiore all’occhiello per l’impiantistica e la Dacia Arena, che tra l’altro è un impianto di proprietà del club, è uno stadio moderno. Il problema però è che la maggior parte delle società non sono proprietarie dell’impianto e non hanno la gestione dello stesso, in alcuni casi dei settori sono gestiti in maniera anche criminosa dalle tifoserie organizzate, quindi lo stadio diventa un porto franco dove entra di tutto e si può fare di tutto. Cose che la gente non farebbe per strada le fa allo stadio. Quindi le società sono vittime. Non sono d’accordo col 3:0 a tavolino, io credo che alle società debbano essere dati gli strumenti per prendere provvedimenti, poi devono avere il coraggio di farlo. All’inizio non piacerà ad alcuni tifosi, ma è un passaggio obbligatorio se si vuole esportare il nostro calcio all’estero, altrimenti il calcio italiano è morto, perché le immagini di ieri hanno fatto il giro del mondo. 

“OGGI HANNO TUTTI CONDANNATO NEL MODO GIUSTO” – Nel 2018 ricordo che a parte qualche media napoletano ci fu un silenzio generale sulla questione. Il mio gesto non fu nulla di eroico, andava fatto. C’è stato un cambiamento, oggi ho avuto il telefono occupato tutto il giorno ed è il giusto riconoscimento a quello che ho fatto. Qualcuno di è reso conto che ciò che avevo fatto all’epoca è stato qualcosa di importante. Oggi tutti hanno condannato nella maniera giusta l’episodio, quella volta però non fu così. 

“DISSERO DI RISOLVERE IL PROBLEMA ALLONTANANDO I MICROFONI DALLE CURVE” – Ricordo che qualcuno a livello politico disse che per pochi imbecilli non si poteva interrompere una partita e qualcun altro a livello federale disse che per eliminare il problema sarebbe bastato allontanare i microfoni dalle curve così i cori non si sarebbero sentiti a casa. 

“ROCCHI È PREPARATO” – L’AIA non sta vivendo un bel momento dal punto di vista tecnico. Come per la Nazionale italiana dopo il 2006 stiamo vivendo un cambio generazionale fisiologico anche con gli arbitri. Rocchi è una persona preparata.

 

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