Di Maria lascia la Juventus o rimane? I bianconeri ci provano ma il futuro passa dal… Barcellona.
Il futuro dei bianconeri passa innanzitutto dalla gara contro il Siviglia: il piazzamento Champions League al momento è assolutamente non in discussione, ma la prossima stagione passerò poi dalle udienze relative ai due filoni, quello sulle plusvalenze e l’altro dei stipendi.
A breve sarà più chiaro quanti punti di penalizzazioni verranno comminati ai bianconeri e se la pena sarà afflittiva o meno. Da lì, comprenderemo il peso della gara contro gli spagnoli, che potrebbero essere – in caso di stangata – l’unico modo per rigiocare la coppa dalle grandi orecchie.
E da qui passa anche il futuro di Angel Di Maria: il calciatore argentino poco meno di un anno fa era in trattativa con i bianconeri, in procinto di svincolarsi dal PSG, ma le strade sembravano portare da due parti inverse: il calciatore voleva disputare una sola stagione in Italia, per arrivare al top a giocare il Mondiale (che ha poi vinto), mentre la vecchia signora chiedeva di firmare almeno un biennale per poter approfittare del decreto crescita, che avrebbe permesso al club di Torino di risparmiare quasi il 25% della spesa grazie al diverso tipo di tassazione, ma che in nessun modo avrebbe gravato sulle finanze dell’attaccante.
Alla Fine della fiera la Juventus ha dovuto cedere alle pretese dell’argentino, ma un anno dopo le possibilità di vedere ancora l’ex calciatore del Real in bianconero paiono esser aumentate.
Di Maria prolunga? Il suo futuro passa anche dal… Barcellona
Innanzitutto c’è da precisare come la compagine di mister Allegri farebbe carte false per convincerlo a rimanere: il profilo è di quelli che ti consente di vincere le partite anche con semplice “colpo di reni” e il tecnico toscano ha bisogno di giocatori così.
Inoltre è importante sottolineare che il decreto crescita ha funzione retroattiva: i bianconeri per la prima stagione del giocatore in Italia hanno speso 12,4 milioni di euro fra commissioni, ingaggio e tasse da pagare.
Se decidesse di prolungare, percependo ancora 6 milioni netti, il calciatore andrebbe a gravare a bilancio solamente per 9,26 lordi annuali. In totale, il biennio peserebbe poco più di 18 e la Juve, che ha già spesi 12, dovrebbe sborsarne solamente 6.
In sostanza si rimetterebbe in tasca i soldi spesi alla prima stagione o, per meglio dire, sborserebbe per un campione quanto dovrebbe pagare per un calciatore italiano che di netto percepisce appena “3”.
Le porte si aprono grazie alle sue parole nella conferenza di ieri: “Stiamo discutendo con la dirigenza, già da un po’. Il futuro si vedrà quando terminerà questa parte di stagione”.
L’ostacolo potrebbe esser legato invece ad un fattore mentale: innanzitutto il suo desiderio di tornare in patria, proprio dal Rosario Central, il club che lo lanciò.
Ha già vinto Copa America e Mondiale, quindi è possibile anche immaginarsi un ritiro dalla nazionale, per permettere a Lionel Scaloni di non soffrire il cambio generazione. Se così fosse, avendo vinto tutto, non avrebbe senso rimanere alla Juventus.
Infine, il problema Barcellona: il calciatore, nonostante abbia giocato per il Real Madrid, ha sempre ammesso di essere innamorato del club Blaugrana. Dopo essersi svincolato dal PSG, prima di firmare con la vecchia signora, lui aveva scelto gli spagnoli, ma le normative de’ LaLiga glielo impedirono.
Il club catalano, con a disposizione Dembele, Raphinha e Ferran Torres, potrebbe spingere in estate per averlo a zero, accaparrandoselo come sostituto di Ansu Fati, destinato al Wolverhampton. Se il Barça dovesse bussare, difficile che il calciatore decida di non andare.
