Tammy Abraham arriva a Roma con lo scopo di sostituire Edin Dzeko. Il primo anno ci riesce, la seconda stagione è a fari spenti: i numeri.
Tammy Abraham, l’ex Chelsea con tanta voglia di riscatto è arrivato a Roma sotto i migliori auspici. Le aspettative erano piuttosto basse lo scorso anno. Sostituire uno come Edin Dzeko – diretto verso l’Inter dopo essersi piazzato al terzo posto dei marcatori all-time giallorossi – non era cosa facile. Ad Abraham la semplicità non è mai piaciuta: arriva e si prende subito la 9. Unico numero possibile per lui, anche se la piazza resta divisa. C’è chi ancora rimpiange il bosniaco e non vede di buon occhio il nuovo arrivato. Servono 29 gol e una stagione da incorniciare per spazzare via i pregiudizi.
La finale di Tirana è il degno epilogo di un periodo indimenticabile: sempre presente e uomo chiave nello scacchiere di Mou. Così si chiude la prima parte del 2022, tutto sembra andare per il meglio. A giugno, tuttavia, si stacca la spina e probabilmente l’inglese soffre la concorrenza: arrivano Dybala, Belotti, si riprende El Shaarawy. La concorrenza in attacco è serrata. Abraham comincia a fari spenti la nuova stagione, l’ex Juve preme sull’acceleratore.
Abraham grande assente: la Roma senza il suo bomber, blackout per l’inglese
Pressione che aumenta e centravanti a un bivio: il 9 non sembra fare più male. Anzi, gioca a fari spenti e senza piede caldo. 4 gol nella prima parte di stagione. Non può essere abbastanza, al punto che Mou preferisce altre pedine. Non lo esclude, ma lo centellina. Non riesce a fare la differenza: un’ombra che diventa a tratti ingombrante. C’è chi parla di caso Abraham, chi invece tace ma riesce ugualmente a capire che non è il momento di puntare sull’inglese.
Il CT dell’Inghilterra non lo convoca per il Mondiale. Abraham rimane a Roma, tempo per riflettere ne avrà abbastanza: quel che serve per evitare il peggio. Riprendere in mano la stagione è ancora possibile, solo premendo il tasto reset le idee si rimettono a posto. Fare ordine nella mole di pensieri e priorità: la sosta porterà consapevolezza, Abraham ha bisogno di questo e una buona dose di fiducia. I fischi devono diventare applausi se vuole evitare una frattura emotiva prima e tecnica poi. Mourinho lo aspetta, ma lo Special One ha fatto capire che la sua pazienza a un limite. I tifosi hanno scelto già: l’unica luce, per il momento, è Paulo Dybala.