Fabrizio Biasin è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it su TvPlay: la sua analisi su Robin Gosens, su Dimarco, esterno esploso nel corso di questa stagione con la maglia dell’Inter, e sulla Roma di Josè Mourinho.
SU GOSENS – “Se dobbiamo parlare di Gosens il ragionamento va fatto su ampio raggio. Se io compro un giocatore a 28 milioni e non rende, e lo vendo a pochi soldi quello è un fallimento. Se io ho un giocatore da 28 milioni che non funzione ed esplode un altro calciatore, che ovvia all’assenza di questo, parlo di Dimarco, e riesco a vendere quello di 28 ne esco quasi alla pari. Se Gosens non riesce a farsi notare nei prossimi mesi, questo è chiaro che ti rimane l’amaro in bocca. L’Inter deve ringraziare la maturazione di Dimarco, senza questa i nerazurri avrebbero avuto un problema chiaro“.
SU DIMARCO – “Nel momento peggiore di Inzaghi, mi vanto, posso dirlo, che anche nel momento peggiore della sua gestione io dicevo di aspettare. Per esempio su Gosens non ho detto aspettiamo. Ho detto per fortuna di cose è esploso Dimarco che ti permette di valutare in maniera serena un calciatore che non sta funzionando. In questo momento Dimarco è uno degli esterni sinistri più forti in Serie A. Ripeto, ho solo detto che è uno degli esterni più forti del campionato. Ovviamente c’è Theo Hernandez, secondo me nell’ultimo mese Dimarco ha fatto meglio ma magari mi sbaglio“.
SU MOURINHO – “Si tende a sentenziare troppo presto, diciamo che Gosens non rende e in questo momento gioca un calciatore che è esploso e gioca bene. Ci ricordiamo del caso Eriksen? Poi il danese prese le redini del centrocampo. Conoscendo Mourinho, non sarà mai contento di mercato se il mercato non lo gestisce in prima persona. Dobbiamo sottolineare che non sempre il mercato gestito da Mourinho ha prodotto dei risultati, sul mercato non va sempre ascoltato. La società deve essere forte, dietro ci deve essere qualcuno che lo sappia tenere e non so se ci sia qualcuno capace di farlo. La Conference è una coppa europea e l’ha vinta lui, questa poi può anche non piacere. La fesa per Dybala è una delle cose più belle che possano succedere, il calcio è anche provare una scusa per andare con i miei amici a bere una birra per festeggiare un calciatore. E se posso farlo, e io son felice di questa cosa, non vale come una coppa vinta, ma se ha me piace e mi fa sentire parte di una cosa è bellissimo lo stesso. L’anno scorso non è una stagione fallimentare quella giallorossa. La gente si fida del portoghese, questa è maturità e questa è una bella cosa”.
