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Infantino: “Discriminato come i gay”. Il Mondiale farsa che farà da lezione

Infantino elezioni FIFA

Alla vigilia della partita inaugurale del Mondiale, Infantino ha parlato alla stampa per allontanare le polemiche sul paese che ospita il torneo.

Clima sempre più teso in Qatar, ad ormai poche ore dal via di uno dei Mondiali più controversi della storia. Non si fermano infatti le aspre critiche al paese sulla questione dei diritti civili, sui 6.500 lavoratori migranti morti durante la costruzione degli stadi e sulla comunità Lgbtq+, discriminata nel paese.

Infantino elezioni FIFA
Gianni Infantino (ANSA)

Su tutti questi argomenti si è espresso anche il presidente della Fifa, Gianni Infantino, che ha voluto inaugurare il torneo in Qatar con una conferenza stampa piuttosto polemica alla vigilia della cerimonia d’apertura. Il Mondiale, infatti, si aprirà proprio domani con la prima partita che vedrà di fronte Qatar ed Ecuador a partire dalle ore 17 italiane.

Il presidente della Fifa Gianni Infantino, in merito alle forti critiche che hanno investito il paese ospitante, ha dichiarato in conferenza stampa: “Oggi mi sento qatarino, mi sento arabo, mi sento africano. Mi sento gay, disabile e lavoratore migrante”. Non solo, sulle critiche per i 6.500 morti nella costruzione degli stadi ha aggiunto. “Quello che sta accadendo in questo momento è profondamente, ingiusto. Le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia. So cosa significa essere discriminati, essere vittima di bullismo. Da bambino venivo preso di mira perché avevo i capelli rossi e le lentiggini, inoltre ero italiano, quindi immaginate”.

Perché il Mondiale potrebbe darci una lezione

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Mondiale 2022 in Qatar (ANSA)

Quel che è certo è che l’edizione del 2022 sarà uno dei Mondiali più controversi della storia, non solo recente. Le polemiche occupano i titoli dei giornali da quando la FIFA ha designato il Qatar come nazione ospitante oramai nel lontano 2010. Scandali, corruzione, abusi di diritti umani, per non parlare dell’afa soffocante che opprimerà i giocatori. Sono tutti problemi associati alla manifestazione ormai imminente.

Edizione che non solo verrà ricordata come la prima disputata in autunno. O come la seconda senza l’Italia, che ha mancato la qualificazione, ma sembra destinata a lasciare parecchi strascichi soprattutto per le polemiche che orbitano attorno al torneo. All’indignazione del mondo intero di fronte alla violazione dei diritti umani degli operai per la realizzazione degli otto stadi nel bel mezzo del deserto in poco tempo fino all’impatto climatico pazzesco. Nonostante una campagna all’insegna della sostenibilità, saranno infatti almeno 10mila i litri di acqua al giorno necessari per ogni stadio. Essendo una regione praticamente priva di acqua dolce, si dovrà contare sul processo di desalinizzazione con elevati costi per l’ambiente marino. Verranno infatti utilizzati alti quantitativi di petrolio o gas di certo non così innocui per il mondo vegetale.

Ma il calcio ha sempre il potere di unire, anche quando la situazione è più problematica del dovuto. Quando inizierà il torneo, quindi, ci sono buone probabilità che tutti i problemi pratici ed etici che stanno circondando il torneo ormai da mesi saranno nascosti sotto il tappeto e si farà finta di niente.

Secondo Infantino, inoltre, il Qatar negli ultimi anni ha fatto tanti progressi riguardo ai diritti civili e al modo di vivere. Anche se a giudicare dalle notizie uscite nelle ultime settimane non pare essere proprio così. Dal trattamento delle persone omosessuali, considerate illegali, al divieto di bere birra all’interno degli stadi durante le partite, per arrivare alle finte politiche ambientali che hanno tutto tranne che del sostenibile. L’impressione è che il paese arabo abbia ancora tanta, tantissima strada da fare. Questa 22esima edizione della manifestazione si porterà dietro tanti lati oscuri difficili da dimenticare, nella speranza che possa essere da insegnamento in vista dei prossimi anni.

 

 

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