Il problema delle plusvalenze è uno degli argomenti affrontato anche dalla politica nazionale: la mossa fa comprendere tutto. Di cosa si tratta e quali sono le conseguenze.
Il campionato di Serie A è finito sotto la lente d’ingrandimento del Governo. A tal proposito emergono infatti delle novità che riguardano tutti i club. La decisione di introdurre delle nuove regole di fatto modifica alcune strategie di mercato dei club, ora è il momento di trovare i giusti accorgimenti per non stravolgere i conti.
In ballo c’è il futuro delle società che emerge dopo lo scandalo sulle plusvalenze. Al momento l’unica società indiziata è la Juventus, ma la situazione è in continua evoluzione e non si può escludere nulla a tal riguardo. L’Esecutivo si è già mosso e a tal riguardo emergono già le prime novità.
Plusvalenze, interviene il Governo: cosa potrebbe accadere
Un nuovo emendamento del decreto Milleproroghe starebbe per introdurre una stretta, specialmente dopo quanto emerso con il caso Juventus. A confermare la notizia è Il Sole 24 Ore che cita fonti qualificate. A modificare sarebbe l’articolo 86 del Testo unico in materia di imposte sui redditi. Di fatto non sarà più possibile dividere il reddito generato dalle operazioni di mercato per un massimo di cinque anni. Negata la possibilità di rateizzare la tassazione derivata, cosa invece accaduta fino ad ora.
Di fatto i club potevano dilazionare le tasse sulle plusvalenze, generate dalla cessione di un giocatore, pur tenendolo in squadra per una sola annata. Da adesso, invece, lo si potrà fare, ma soltanto se il calciatore diventerà di proprietà della società per almeno tre anni. In sostanza, quindi, la norma prevede l’eliminazione del cosiddetto regime di favore, adeguandosi al regolamento delle imprese. L’obiettivo è limitare le finte plusvalenze che, spesso, i club utilizzano per sostenere i conti societari.
Il nuovo emendamento dovrebbe mostrare un’altra novità che riguarda lo scambio dei calciatori senza alcun corrispettivo in denaro. Ciò che non si potrà quantificare in denaro non sarà possibile rateizzarlo, da qui la necessità di tassarlo praticamente da subito. La rateizzazione, di conseguenza, sarà concessa soltanto a chi verserà la quota in denaro per il trasferimento del singolo giocatore. Il questo caso, infatti, lo scambio significherà per il Fisco la possibilità di spalmare l’aumento del reddito su più anni, sempre nel rispetto della regola dei 36 mesi.