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Galasso a TVPLAY: “Zaniolo è diventato un bersaglio, stare fuori dall’Italia penso gli farà bene”

Nicolò Zaniolo Galasso tvplay 07 febbraio 2023

Gaspare Galasso è intervenuto ai microfoni di calciomercato.it in onda su TVPlay. Tanti i temi sul tavolo di discussione. 

Gaspare Galasso, imprenditore e amico di Zaniolo, a calciomercato.it in onda su TvPlay ha parlato dei temi più caldi per quanto concerne il caso Zaniolo e il suo addio. Queste le sue parole:

Nicolò Zaniolo Galasso tvplay 07 febbraio 2023
Nicolò Zaniolo con la maglia della Roma (Ansa Foto)

RAPPORTO CON ZANIOLO – “Abbiamo un rapporto sincero a differenza dei rapporti che di solito ci sono in quell’ambiente, il nostro è un rapporto che va al di fuori del calcio, non parliamo quasi mai di calcio”.

LA CESSIONE – “Penso che stare fuori per un po’ dall’Italia, dove è diventato un bersaglio, possa fargli bene, penso che ora l’importante sia ritrovare la serenità, poi il campo verrà da sé. L’importante è che sia sereno e felice, poi parlerà il campo se è sereno e se è felice”.

ZANIOLO – “Parliamo sempre di un ragazzo di 22 o 23 anni, qualunque ragazzo può comportarsi in un modo che viene malvisto, ma chi conosce Nicolò sa di che persona si tratta. Vogliamo dire che ha sbagliato? Penso che ogni persona nella vita possa sbagliare, poi ci sono reazioni e reazioni. Io penso che posso sbagliare nei tuoi confronti, però poi non può sfociare nel fatto che ti trovo sotto casa minacciandomi, così si sfocia in altro. Fin quando lui sbaglia il tifoso in sé può anche sentirsi offeso perché non rende, posso capire, ma non è il modo giusto far uscire il meglio del ragazzo mettendolo alla gogna mediatica. Purtroppo la gente che insulta Nico, insulta me quando dico che non c’è motivo di fischiare perché la squadra vince e c’è un bel rapporto, perché fischiare il singolo? Godetevi la squadra, non c’è bisogno di rompere qualcosa nello spogliatoio. I tifosi della Roma in generale hanno sempre difeso Zaniolo, non posso dire il contrario”.

CASO ZANIOLO – “Penso che se mi fossi trovato in questa situazione che, come definisce Mourinho, è una famiglia, fino a prova contraria ha detto che Nicolò non vuole vestire i colori della famiglia, al mio paese c’è un detto che dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Se questa era una vera famiglia queste piccole polemiche che ci sono sempre tra un giocatore e la società, solo che poi purtroppo tutto sfocia in società e quindi l’additato di turno è Nicolò, io dico che un’altra persona al posto dell’allenatore, che aveva già sbagliato in precedenza usando le stesse modalità che hanno mandato alla gogna mediatica Karsdorp. Penso che una persona adulta prenda di petto il ragazzo e affronti il discorso insieme, non che vada a dire dopo che aveva rifiutato la convocazione scatenando l’inferno buttandola sul fatto che lui non gradisse vestire la maglia della Roma, così non ti rendi conto che fai soltanto il male del ragazzo, lo distruggi senza motivo. Una frase sua detta in quel modo, magari non alla maggioranza di una tifoseria spettacolare, può, a quel 5/10%, scatenare quell’ignoranza che permette di far mandare 30/40 animali a trovarlo sotto casa davanti al padre, la madre e una ragazza di 18 anni minacciandoli. Questa è una cosa brutta, si va sul penale, è una cosa intimidatoria. Questo secondo me è indifendibile. Nicolò non è indifendibile, ma non penso si meriti tutto questo ritorno, penso che sia un po’ eccessivo”.

MANCATA CONVOCAZIONE – “A differenza di chi si è comportato come si è comportato, buttando schifo sulla persona, posso dire che è successo tutto tranne che un rifiuto di essere stato convocato. Bisogna comprendere ciò che sta dietro alle delusioni e le cose brutte che hanno trasmesso e fatto male a un ragazzo. Non l’ha messa sul non voglio giocare, non ha sbattuto i piedi, non ha fatto un dispetto, invece è stata fatta passare così. L’unica cosa che doveva dire Mourinho, fosse stata una persona umana, è che Nicolò stava passando un momento complicato, che era meglio dargli una settimana di riposo e che per la partita dopo sarebbe tornato in gruppo”.

GESTIONE DELLA ROMA – “Non mi piacciono le polemiche o fare beautiful, ci tenevo soltanto a dare un po’ di voce a favore di Nicolò per fare un po’ di chiarezza. Se fossi il presidente della squadra Mourinho dovrebbe chiedermi il permesso di fare tutto, prima di fare una scelta così azzardata dovresti chiederlo a me perché stai giocando con il mio ruolo. Tutto quello che c’è là dentro fa parte di un presidente. Va fatta una distinzione profonda tra la Roma e la dirigenza. Se mi dite che siete per la maglia esattamente come un giocatore va e viene il discorso vale anche per la dirigenza che va e viene, questo gioco della maglia mi sembra un po’ a convenienza. Perché devo essere accusato di parlare della Roma? Io sto parlando di una dirigenza che in questo momento governa la Roma e non della Roma o dei tifosi della Roma, ti faccio un esempio, fingiamo che parlo della Meloni, non critico lo Stato, critico chi lo sta rappresentando in questo momento. La Meloni se non va bene tra qualche anno sarà sostituita da un altro”.

CHI HA SBAGLIATO? – “Penso che abbiano sbagliato tutti, non soltanto uno”.

SULL’ADDIO ALL’ITALIA E CHE GLI FACCIA BENE – “Per le cose che vedo, l’ho detto io. Vi sembra normale che apro Facebook e leggo Repubblica che parla di un presunto audio… ma tu Repubblica puoi fare una cosa del genere? Sapete quanta gente dice di essere andata con qualcuno di famoso? Che figura fai? Così è un giornale che mi cade, fuori, defollowata. Se pure Repubblica trova uno spazio pur di punzecchiarlo ci godono. Sposta pochissimo perché è una sciocchezza e lo posso dire, ma per come ci ricordiamo Repubblica non avrei mai immaginato una cose del genere, mi sento a disagio per lui”.

 

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