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Cellino e le fideiussioni bruciate: la rivelazione è clamorosa

Il patron del Brescia Cellino ha fatto alcune clamorose rivelazioni su come nascose alcune prove in passato: cos’è successo.

Sono trapelate nuove dichiarazioni che promettono di scuotere il mondo del calcio. Le ha pronunciate l’attuale presidente del Brescia Massimo Cellino, al programma della Rai, Report, che sta portando avanti una nuova inchiesta sulla Lega Calcio.

Cellino
Il presidente del Brescia Massimo Cellino – TvPlay.it

Gli episodi risalirebbero al 2006 quando il calcio italiano fu sconvolto dall’inchiesta Calciopoli che, tra i tanti provvedimenti, videro anche le dimissioni del presidente della Lega Calcio Adriano Galliani, nel periodo successivo all’addio di Moggi, Bettega e Giraudo. Di conseguenza ci pensò l’allora vice presidente Cellino a prendere il timone dell’intera macchina organizzativa.

Cellino, la verità sul 2006

“Era tutto un casino. Cercavo di tenere la baracca in piedi, stava crollando. Iniziai a pulire tutte le schifezze che c’erano là dentro, non sapevo da dove iniziare. Eravamo 6-7 presidenti, sempre riuniti in Lega, a cercare di organizzare il campionato”, aveva riferito Cellino.

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Massimo Cellino – TvPlay.it

“C’erano i faldoni con le documentazioni finanziarie che le squadre dovevano presentare per le iscrizioni al campionato. E c’era dentro di tutto: fideiussioni false, spese di viaggio scaricate dall’Irpef, documenti sballati. In pratica nessuno poteva iscriversi al campionato, o quasi. Così andammo nel piazzale giù, c’era un bidone di ferro, buttammo tutto dentro e bruciammo tutto. Quando venne la Guardia di Finanza a cercare quel faldone non trovarono nulla”, ha poi concluso l’attuale numero uno del Brescia.

Un’enormità di riferimenti clamorosi quelli fatti da Cellino. Specialmente riguardo la presenza di documentazioni false per iscrivere le società al campionato. Documenti che potevano e dovevano essere prove di reati che sono stati fatti fuori per impedire l’intervento delle autorità. In attesa della definitiva ricostruzione dei fatti, tutto questo scenario sarebbe l’ennesima prova di quanta poca giustizia ci sia stata in quel triste periodo del calcio italiano.

Tra squadre penalizzate e retrocesse, ce ne sarebbero state ben altre a rischio provvedimenti pesanti. Bruciare le prove è stato infatti ancora ben più grave degli illeciti prodotti. Quella stagione si concluse con la retrocessione in Serie B della Juventus e l’assegnazione a tavolino del titolo all’Inter. Ma in ogni caso quello che successe in quel periodo è sicuramente uno dei momenti più bui del nostro calcio che, ancora oggi, segna un prima e un dopo. Post Calciopoli, infatti, il calcio italiano ha vissuto anni di grande recessione e difficoltà, e l’obiettivo impellente, stagione dopo stagione, di lasciarsi alle spalle tempi così cupi.

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