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Braida: “Milan, che impressione. Con l’Inter bella prova. Scudetto? Alcuni calciatori sentono la pressione…”

Ariedo Braida

Ariedo Braida, storico ex direttore sportivo del grande Milan, ha analizzato gli acquisti, la partenza in campionato e le ambizioni rossonere.

Il Milan di inizio giugno aveva colto tutti di sorpresa con il benservito a Paolo Maldini e la cessione di Sandro Tonali. Sulla campagna acquisti del Diavolo si è scritto e detto tanto, ma al pronti-via i rossoneri si sono fatti trovare prontissimi. Ora con la squadra di Pioli a punteggio pieno e con un derby che vale la vetta solitaria alle porte, facciamo il primo bilancio insieme a uno che di mercato, scelte vincenti e vittorie della storia milanista se ne intende: Ariedo Braida, che è stato direttore generale del Milan dal 1986 al 2002, quindi direttore sportivo fino al 2013.

Come giudica il mercato in entrata e uscita operato dal Milan e la rosa nel suo complesso?

Estremamente positivo. I giocatori che sono arrivati hanno dimostrato di avere personalità, di essere di livello molto alto e mi riferisco a quelli che giocano titolari, quindi a Loftus-Cheek, a Reijnders e devo dire che anche Pulisic non è un gigante ma comunque è un uno abituato a giocare a certi livelli. Perché quando si prendono i calciatori si spera sempre che possano soddisfare quello che si è prefissati, poi strada facendo a volte ci si accorge del contrario. Il Milan è partito con il piede giusto, ora c’è il derby che è una bella verifica per capire che tipo di indicazione ci sarà in ottica campionato sia per il Milan che per l’Inter.

Esatto, come arrivano i rossoneri rispetto all’anno scorso in cui i confronti con l’Inter erano stati praticamente a senso unico?

A me sembra che il Milan abbia alzato il livello tecnico, fisico e anche della personalità. Vedo un Milan pronto ad affrontare qualsiasi avversario, diciamo che l’impressione è estremamente buona.

Punti deboli e buchi non ne sono rimasti?

Ho capito che intendi, ma in avanti non era facile. Il Milan è comunque migliorato molto a centrocampo.

L’individuazione di calciatori seguendo algoritmi è davvero il futuro dello scouting?

Credo che al centro dell’universo ci sia l’uomo e non l’algoritmo. L’algoritmo è un dato “matematico”, ti da dati statistici che non sono le emozioni e i sentimenti. Quando va in campo un giocatore non è fatto di algoritmi ma di sentimenti e di tecnica. C’è un avversario che ti spinge, un altro che ti contende la palla. Non è che non siano utili, quello sicuramente, la tecnologia è utile però non può essere la tecnologia a decidere, l’ultima parola deve essere dell’uomo. L’anno scorso ad esempio è stato preso De Ketelaere e non ha funzionato, ma da un’altra parte funziona. Il calcio è anche fatto di questo, non è matematico è approssimativo. Due più due non fa per forza quattro, può fare anche tre o sei. Dipende da momenti, situazioni ed un’infinità di variabili e di particolari.

Ariedo Braida: “Maldini ha fatto la storia, ma chi comanda decide”

Ariedo Braida e Paolo Maldini, Milan stagione 2006-07. (ansa-tvplay)
Ariedo Braida e Paolo Maldini, Milan stagione 2006-07. (ansa-tvplay)

Che idea s’è fatto della scelta di rinunciare a Paolo Maldini?

Sono scelte. Maldini ha dalla sua l’aver fatto la storia. È evidente che era un personaggio carismatico, che è lì da sempre, già da prima con il padre. Le Coppe dei Campioni vinte dal Milan le hanno vinte tutte loro, quindi vuol dire che la storia del Milan l’hanno scritta. Poi per quanto riguarda le scelte sui dirigenti chi comanda decide. Nella vita tutti possiamo operare bene ma allo stesso tempo tutti possiamo sbagliare, nessuno escluso.

Come si colloca il Milan tra le favorite per lo Scudetto?

Diciamo che è partito col piede giusto, trovo una squadra che ha aumentato ritmo e personalità. Quando certi calciatori giocano a San Siro se non soffrono e gli viene naturale significa che sono giocatori “da Milan”, perché purtroppo altri sentono la pressione e quindi non riescono a dare il meglio delle loro qualità e possibilità.

 

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