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Ranieri lo stakanovista: “Dedico al calcio 25 ore al giorno, sulla salvezza e sui talenti del Cagliari…”

Claudio Ranieri Cagliari

Claudio Ranieri si confessa in un’intervista a tutto tondo alla Gazzetta dello Sport: dalla salvezza da conquistare a Cagliari alla nuova Serie A fino ai talenti rossoblu

Un decano della panchina, una sorta di uomo dei miracoli ed il più grande l’ha realizzato a Leicester, vincendo la Premier League. Ora ha un’altra missione, quella di conquistare la salvezza con il Cagliari. “Mi fa star vivo il campo, saranno 72 ad ottobre ma non c’è voglia di smettere. Sarà dura salvarsi – ha ammesso in un’intervista alla Gazzetta dello Sport – qui ho inventato il termine libecciate; sono pericolose, e bisogna stare tutti uniti quando c’è burrasca“.

Ranieri ha definito un patrimonio la A, mentre ottimo è il rapporto con il patron Giulini. Sir Claudio “allenatore sul campo” e non manager all’inglese, ha spiegato come abbia indicato lui i nomi da acquistare sul mercato. Il tecnico ha toccato anche il punto del mercato, con focus sui gioielli Dossena, Makoumbou e Luvumbo.

Nella prima gara della mia gestione Dossena mi colpì, fa cose semplici, è concentrato ma deve limare gli errori. Può diventare un gran calciatore, invece, Makoumbou ma deve sveltirsi, Luvumbo invece ha carattere e sulla sinistra bada al sodo” ha poi aggiunto. E Ranieri ha anche spiegato la scelta di puntare su Petagna per sostituire Lapadula infortunato. “Lotta, ha colpo di testa e sinistro ed è un punto di riferimento” ha aggiunto.

Si gioca a mille all’ora – ha detto riferendosi a questa Serie A – pure i campioni corrono ma ci sarà sempre il 10 che inventa la giocata. Il modulo? Il sistema vincente sono i calciatori ha poi ammesso, spiegando che non farebbe partire la sua squadra dal basso senza disporre dei calciatori del City.

Ranieri vero stakanovista del pallone. “Vivo 25 ore al giorno di calcio, a casa riguardo, analizzo con lo staff e penso. Gli allenamenti? Sempre al mattino, decisi di cambiare su invito di Zubizarreta che ammise, così, di non vedere mai i figli“. E sulla lotta scudetto ha le idee chiare. “Milan ed Inter hanno grande organizzazione ma non escludo Napoli, Lazio e la Juve che non ha le coppe ed in primavera questo fattore conterà“. In chiusura un pensiero su Spalletti, definito l’uomo giusto per l’Italia e per Mourinho, “gran persona, diversa da quella che si vede” con cui si messaggia.

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