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SALVATORE CARUSO: “SINNER HA UN GIOCO PIÙ VARIO CON VAGNOZZI, ORA È NELL’ÉLITE DEL TENNIS”

Intervista a Caruso su Sinner

Salvatore Caruso, tennista numero 279 della classifica ATP, è intervenuto ai microfoni di TVPlay.it

“LE QUALITÀ DI SINNER SI VEDEVANO DALL’INIZIO, OGGI HA UN GIOCO PIÙ VARIO”“Mi ricordo bene di quando ho battuto Sinner a Cincinnati, era il primo torneo dopo la pausa del COVID. Lui giocava già benissimo, era con Andrea Volpini (che affiancava Riccardo Piatti, assente). Quel giorno sembrava un po’ spaesato e sono riuscito a vincere. Ma in realtà mi aveva battuto a Bergamo ad inizio anno, e si vedeva quanto fosse diverso dagli altri, soprattutto nell’atteggiamento. Era già molto “quadrato” come giocatore, e le qualità si intravedevano. Oggi è nell’élite del tennis, nella storia in pochissimi possono dire di essere arrivati al numero 4 del ranking. Direi che sta facendo un grandissimo lavoro con l’allenatore Vagnozzi: ieri abbiamo visto variazioni come il serve and volley e le smorzate, che prima non si vedevano. Qualità su cui ha lavorato, e che Vagnozzi è stato evidentemente bravissimo ad introdurre”.

“LA PREPARAZIONE DI UN TENNISTA È MOLTO DETTAGLIATA”“Nella vita quotidiana del tennista, le persone sono abituate spesso a pensare solo ai match. Ma dietro c’è tutta una preparazione, molto dettagliata. Al mattino ci si sveglia e si arriva diverse ore ai campi prima di giocare o allenarsi. Si fa il risveglio muscolare, oltre ad un’adeguata preparazione atletica in base al momento della stagione, e poi si va in campo. Ad esempio mi sono già allenato questa mattina, e tornerò in campo nel pomeriggio”.

“ECONOMICAMENTE È DURISSIMA, DJOKOVIC HA RAGIONE” “Per un tennista è difficile sobbarcarsi tutte le spese, tra viaggi, vitto ed alloggio. È un tasto dolente per noi, soprattutto per coloro che non giocano nel circuito maggiore stabilmente. A livello Futures e Challenger, poter avere un allenatore, e poter viaggiare con lui, è da considerarsi un lusso. Si cerca di trovare altri modi, a partire dagli sponsor e dalle federazioni che possono aiutare, fino ad arrivare alle competizioni a squadre. Perciò, Djokovic ha ragione quando si batte per migliorare le condizioni economiche dei tennisti: sono ancora troppo pochi gli atleti che riescono a “vivere di tennis””.

“PAOLO CANOVA HA SCOMMESSO SU DI ME A 17 ANNI”“Emergere non è semplice nel mondo tennistico. Io sono stato fortunato perché ho incontrato Paolo Canova, il mio allenatore storico. A 17 anni, non potevo permettermi un allenatore come lui. È stato lui a scommettere su di me, a dedicarmi tempo ed energie, e quindi ad aiutarmi anche economicamente. Quanto a me, diciamo che, scegliendo di rimanere in Sicilia, ci sono sicuramente delle difficoltà logistiche. Tornare a casa ad agosto, ad esempio, è costosissimo”.

“DJOKOVIC È UNA MACCHINA, MENTALMENTE TI DISTRUGGE”“C’è ancora chi considera Federer il più forte, anche se purtroppo si è ritirato. Djokovic, che ha 24 Slam, secondo me ha ancora 2-3 anni al top davanti a sé. Ancora oggi riesce a fare la differenza, conserva in maniera splendida il suo fisico a 36 anni. Quando ci ho giocato al Roland Garros è stato particolare, un’emozione bellissima. Lui ti dà la sensazione di essere una macchina: per fargli il punto bisogna essere perfetti, non ti regala mai niente e ti distrugge dal punto di vista mentale. Quando scendi in campo devi pensare sempre, almeno all’1%, di battere l’avversario, anche se questo si chiama Djokovic. Contro di lui ho pensato solo a godermi il momento. La seconda volta, invece, ho pensato a quello che dovevo fare per vincere, e mi sono sentito molto più vicino a lui. Per giocare contro fenomeni del genere, anche l’abitudine può fare la differenza”.

“VOGLIO TORNARE NEL TENNIS CHE CONTA”“Ora giocherò la Serie A con il Circolo Tennis Palermo. Poi l’obiettivo è di fare alcuni tornei in Italia per provare a riguadagnare terreno e tornare nel tennis che conta”.

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