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Serie A, sparisce il “Decreto Crescita”: perché è un guaio per le società

Serie A, sparisce il Decreto Crescita: le conseguenze

In Serie A non sarà più applicabile il “Decreto Crescita” per i nuovi acquisti dall’estero: le gravi conseguenze per le società italiane.

Le modifiche di legge del governo posso influire anche sul calcio. E’ il caso della stretta sugli sconti fiscali per i lavoratori che arrivano dall’estero, inserita nella Finanziaria 2024, che farà sparire il tanto citato “Decreto Crescita” in Serie A. Una decisione che avrà pesanti conseguenze sui conti delle società italiane.

Il decreto entrerà ufficialmente in atto dal 1 gennaio del nuovo anno cambiando le dinamiche e i costi dei vari club. Negli ultimi anni infatti in tanti si sono avvalsi di questo piccolo vantaggio nell’acquisto dall’estero di giocatori, considerati lavoratori come gli altri a tutti gli effetti e quindi soggetti a sgravi fiscali sui propri ingaggi.

Serie A, cosa cambia senza Decreto Crescita: le conseguenze

E’ risaputo come in Italia si paghino un maggiore quantitativo di tasse rispetto ad altri paesi e questa situazione condiziona anche le operazioni delle società di calcio. Col passare degli anni gli stipendi dei giocatori sono sempre più alti e pesano tantissimo sulle casse dei club che a grandi linee devono pagare il doppio al lordo degli ingaggi netti.

Serie A, chiusura dal governo: addio al Decreto Crescita
Serie A, cosa cambia senza Decreto Crescita (LaPresse) – TVPlay.it

Un grosso sforzo a livello economico che è uno dei fattori invalidanti della Serie A rispetto alle altre leghe ma il Decreto Crescita aveva dato una mano in questo senso almeno per gli acquisti dall’estero. Come Romelu Lukaku che, nonostante un compenso fuori portata dalla Roma, è sbarcato nella capitale anche grazie a questa norma (per lui sarà ancora perché ne ha usufruito anche negli anni precedenti ma per tanti altri giocatori no).

Un decreto legge, pubblicato il 30 aprile 2019 dall’allora governo Conte, pensato per favorire il ritorno in Italia di lavoratori espatriati e l’arrivo di stranieri perché ha ridotto la tassazione al 25% per quei lavoratori che non sono stati residenti in Italia nei due anni precedenti e che si  impegnano a farlo per almeno i due anni successivi. Ovviamente il calcio ne ha approfittato e gli esempi sono innumerevoli, tra cui il passaggio di Di Maria dal PSG alla Juve, ma tra pochi mesi tutto questo sparirà e si tornerà al passato per il rimpianto di tante squadre.

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