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Assago, il gesto di Tarantino per evitare la strage: così ha fermato l’aggressore

Aggressione Assago

Ecco la ricostruzione dell’aggressione al centro commerciale di Assago di Massimo Tarantino, l’eroe che ha fermato e disarmato l’aggressore

Tra le vittime del 46enne Andrea Tombolini che in un ipermercato di un centro commerciale di Assago, comune dell’hinterland di Milano, dopo aver afferrato un coltello dai scaffali, ha accoltellato cinque persone, uccidendone una, il giovane cassiere Luis Fernando Ruggieri, c’è anche il difensore spagnolo del Monza Pablo Marì.

Aggressione Assago
Aggressione Assago (Ansa)

Il difensore brianzolo dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per la cicatrizzazione delle lesioni muscolari sta bene come ha scritto nella didascalia a corredo dello scatto, postato sul suo account Instagram, che lo ritrae nel letto d’ospedale con accanto la moglie. Dovrà stare fuori per almeno due mesi prima di ritornare all’attività agonistica.

Anche l’eroe che ha fermato e disarmato l’aggressore di Assago è una vecchia conoscenza della Serie A: Massimo Tarantino, ex difensore, tra le altre, del Monza, dell’Inter, del Bologna e del Napoli, che, però, rifiuta l’etichetta di eroe: “Non sono un eroe, gli eroi sono altri. Io mi sono solo trovato nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Però ho fatto la cosa giusta“.

Assalto Assago, Tarantino: “Ho bloccato la mano dell’aggressore”

Massimo Tarantino
L’ex difensore Massimo Tarantino (Ansa)

Massimo Tarantino ha ricostruito per “La Gazzetta dello Sport” in edicola oggi i tragici momenti in cui si è consumata la folle aggressione al centro commerciale di Assago: “Ero alla cassa in fila con mia moglie e mia figlia di 22 anni. Siamo andati a fare la spesa come accade spesso. A un certo punto ho iniziato a sentire urlare, ma urla di dolore e di spavento. Ho visto quest’uomo correre verso di noi con un coltello in mano. E come prima reazione mi sono messo a protezione della mia famiglia, ho fatto un passo indietro. Ha colpito un dipendente che stava a un metro da me e nello scontro sono caduti a terra. E’ stato in quel momento che ho avuto la lucidità di avvicinarmi e di dare un calcio alla mano che stringeva ancora il coltello. Ma l’arma non è finita lontano da lui. Così l’ho allontanata e con un piede ho bloccato la sua mano“.

Attimi di autentico terrore, scene che rimarranno indelebili nella memoria dell’ex calciatore: “Persone che correvano e scappavano, bambini che piangevano, compresa mia figlia, chiazze di sangue“.

Una brutta esperienza che l’ex difensore si augura che non abbia ripercussioni sulla sua famiglia, in particolare sulla figlia, anche se in queste ore il suo pensiero corre a chi non c’è più, agli altri feriti e ai loro familiari. Infine, Massimo Tarantino ha rivelato che “mi ha chiamato l’A.D. (del Monza, ndr)  Adriano Galliani, mi ha tenuto aggiornato sulle condizioni di Pablo costantemente. Ha mandato un abbraccio sincero a me e alla mia famiglia“.

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