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Allegri, il primo scontro in tv con Adani: “Il calcio è semplice”

Allegri, il primo scontro in tv con Adani: "Il calcio è semplice"

Il calcio in tv negli ultimi anni è stato caratterizzato dalla contrapposizione tra Massimiliano Allegri e Daniele Adani

Lo scontro ideologico tra Massimiliano Allegri e Daniele Adani ha caratterizzato il racconto del calcio in tv in Italia. Rappresenta l’eterno ritorno di una dicotomia antica e mai risolta, che affonda già nella contrapposizione tra Metodo e Sistema negli anni Quaranta e Cinquanta.

Allegri, il primo scontro in tv con Adani: "Il calcio è semplice"
Allegri, il primo scontro in tv con Adani: “Il calcio è semplice” (ANSA)

Negli anni Ottanta si dibatteva di squadre femmine (più votate a difesa e contropiede) e maschie (più offensive) e i giornalisti italiani si dividevano su come la nazionale dovesse giocare. Celebre il giudizio del decano Gianni Brera, convinto che gli italiani per costituzione fisica non potessero giocare un calcio come quello totale dell’Olanda.

Oggi si parla di “giochisti”, ovvero gli allenatori che cercano di proporre idee e visioni proprie del calcio spesso offensive, e di “risultatisti”, ovvero quei tecnici più pragmatici che badano più al sodo e a sistemare la difesa. Dei primi l’esempio per eccellenza è Pep Guardiola, mentre in Italia vi possiamo annoverare Maurizio Sarri o Roberto De Zerbi.

Dei secondi è pieno il calcio italiano. In fondo è proprio il cosiddetto “gioco all’italiana”, chiamato così in tutto il mondo a rappresentare la nostra principale eredità, il nostro contributo più evidente nella storia delle idee del calcio.

Il primo scontro in tv tra Massimiliano Allegri e Daniele Adani riporta al centro questo insanabile scontro di filosofie e lo trasforma in atteso spettacolo televisivo.

Allegri-Adani, il primo scontro in tv

Allegri-Adani, il primo scontro in tv
Allegri-Adani, il primo scontro in tv (ANSA)

La prima puntata è indimenticabile. E’ il 28 aprile 2018. Anche allora Allegri è sulla panchina della Juventus, ma il rendimento non è certo paragonabile a quello attuale. I bianconeri hanno vinto sei scudetti di fila, tre con il livornese in panchina, e vinceranno anche il settimo alla fine di quella stagione dopo un serrato duello con il Napoli di Maurizio Sarri.

Adani apprezza l’identità di gioco del Napoli, un 4-3-3 offensivo, veloce e spettacolare, capace di vincere lo scontro diretto in casa dei bianconeri. Ma quel 28 aprile la Juventus ha battuto 3-2 l’Inter a San Siro. Il giorno dopo il Napoli crollerà a Firenze, perdendo ogni possibilità di conquistare lo scudetto.

Anche dopo la vittoria in casa dei nerazzurri, decisa da un gol di Higuain nel finale, Allegri subisce il giudizio critico dell’ex difensore di Fiorentina e Inter, convinto che la Juve abbia basato la sua rincorsa allo scudetto “più sulle giocate che sul gioco. Questa squadra può giocare meglio? Può essere più padrona del proprio destino?” si chiede Adani.

“Purtroppo il calcio è diventato troppo teorico. Sento troppo parlare di schemi” risponde Allegri, che pure ha portato due volte la Juventus in finale di Champions League dando vita a una squadra tatticamente camaleontica e decisamente al passo coi tempi. Ma su questa distinzione fra teoria e pratica, e sul rifiuto ostentato di un’idea di complessità si sta giocando il suo presente, e forse il suo futuro in bianconero.

Quel 26 aprile 2018 per la prima volta Allegri esprime due concetti che a suo modo sono rimasti centrali per capire il suo pensiero ancora oggi: il paragone con la pallacanestro e il motto sulla semplicità.

“Gli schemi non fanno vincere nemmeno nel basket” dice, prima di lasciare il collegamento e chiudere il primo scontro in tv con Adani. “Se vincessero gli schemi, allora Messi, Cristiano Ronaldo e Higuain non varrebbero quelle cifre – spiega -. ePer me i calciatori vanno fatti lavorare sulla tecnica, sulla tattica individuale. Voi continuate con la vostra teoria, ma il calcio è un’altra cosa. Il calcio è semplice”.

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